La Giannini esclude le associazioni lgbt dai corsi di formazione del personale Miur


Le associazioni lgbt saranno escluse dai corsi di formazione predisposti dal ministero dell'istruzione per il contrasto all'omofobia. È così che il ministro Stefania Giannini pare voglia dare seguito alle richieste provenienti dal mondo cattolico, non soddisfatto di aver già bloccato la strategia nazionale predisposta per lo scorso anno.
Il segnale non appare certo incoraggiante, soprattutto a fronte della crescente richiesta avanzata dai fondamentalisti cattolici volta a chiedere che le lezioni anti-omofobia siano opzionali e si svolgano al di fuori dell'orario scolastico (in modo tale da permettere ai genitori omofobi di impedire che i figli possano assistervi).
«Dopo un blocco di sei mesi, il 18 settembre ci è stato comunicato che l'iniziativa di formazione e sensibilizzazione contro omofobia e transfobia diretta alle figure apicali del Miur (ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca) riprenderà nel mese di ottobre. Formalmente l'iniziativa era stata sospesa per motivi tecnici, in realtà il ministero non è riuscito a sostenere le polemiche che da una parte della gerarchia cattolica, dell'associazionismi familiare e dall'interno del ministero stesso erano pervenute contro questa iniziativa». È quanto riporta una nota congiunta delle principali associazioni lgbt italiane (Associazione Libellula, Associazione Radicale Certi Diritti, Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, Circolo Tondelli, Di Gay Project, Equality Italia, I Ken Campania, Renzo e Lucio, Rete Genitori Rainbow e Stonewall).
«Apparentemente -prosegue la nota- il programma non ci è stato mostrato, il nuovo corso è stato totalmente internalizzato e rimodulato rispetto al programma iniziale. Ciò significa che il corso è stato sottratto alle attività della Rete Ready (rete nazionale delle pubbliche amministrazioni antidiscriminazioni) e che le associazioni Lgbti vengono escluse dalla partecipazione».
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