La governatrice dell'Umbria si schiera contro l'ordinanza omofoba di Assisi


«In riferimento al dibattito apertosi a seguito dell'approvazione da parte del Consiglio Comunale di Assisi di una mozione inerente contenuti giudicati discriminatori da associazioni omosessuali e da soggetti che si battono per il superamento dell'omofobia in Italia, ritengo opportuno -in vista anche di un fondamentale appuntamento particolarmente significativo per Perugia e per l'Umbria, e cioè la visita della Commissione per valutazione della candidatura di Perugia-Assisi a capitale europea della cultura 2019– ribadire che questa Regione si è sempre contraddistinta per l'affermazione dei diritti di cittadinanza delle persone e contro ogni forma di discriminazione». È quanto afferma la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, ricordando anche come «lo stesso Statuto della Regione Umbria sancisce all'articolo 5 il diritto all'uguaglianza e a concorrere a rimuovere ogni forma di discriminazione, compresa quella attinente l'orientamento sessuale».
L'intervento della Marini era stato invocato dall'associazione Omphalos Arcigay Arcilesbica dopo l'approvazione ad Assisi della mozione marcatamente omofobica che ha istituito un della festa della "famiglia naturale" e la sospensione dei programmi di contrasto all'omofobia delle scuole, nonché dopo la totale chiusura del Sindaco di Assisi, Claudio Ricci, a qualsiasi ipotesi di discussione e confronto sulla questione. «Siamo decisi ad andare fino in fondo -aveva tuonato Emidio Albertini, co-presidente di Omphalos- contro una mozione e una festa vergognosa, che distingue tra bambini di serie A, cioè quelli con due genitori eterosessuali, e bambini di serie B, provenienti da famiglie omogenitoriali e monogenitoriali. Con questa mozione la città di Assisi non solo torna al medioevo dei diritti, ma si colloca esplicitamente fuori dai valori contenuti nello Statuto della Regione Umbria e nei principi europei che muovono la candidatura di Capitale Europea della Cultura».
La presidente Marini ha anche aggiunto che «pur rispettando pienamente l'autonomia del Consiglio comunale di Assisi, ritengo che alcuni contenuti di quella mozione possano apparire lesivi dei diritti e dell'immagine di cittadini discriminati sulla base del proprio orientamento sessuale. Sono certa di interpretare con ciò il sentimento prevalente degli umbri profondamente collegato anche alla tradizione spirituale di questa terra, improntato al totale rispetto delle differenze».
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