Lo psicologo omofobo che se ne infischia pubblicamente del codice deontologico


Tiziano Tubertini è uno psicologo e psicoterapeuta di Imola regolarmente iscritto all'albo dell'Emilia Romagna con il numero 2126. La sua scheda riporta come i suoi contesti lavorativi prevalenti siano la psicologia clinica e psicologia della religione (forse volutamente al singolare dato che nel suo blog avvalora la tesi di una presunta superiorità del cristianesimo, ndr).
In occasione dell'articolo relativo alla propaganda pro-terapie gay lanciata dalla ProVita Onluns, ci è venuto a trovare per sostenere che «dissentire dalla vostra "verità rivelata" non è odio ma solo legittima diversità di opinione». La sua posizione appare decisamente curiosa se si considera come l'Ordine nazionale degli psicologi italiano abbia preso una posizione netta contro le terapie riparative, ritenute scientifiche e contrarie al Codice Deontologico dato che l'omosessualità non rientra in una categoria patologica. Eppure, ad un utente che gli ha fatto notare come un'opinione sia legittima solo se non è lesiva nei confronti altrui, lui ha risposto: «io ho degli ottimi argomenti scientifici per dire quello che dico. Tu no. Solo piagnistei».
A riprova della sua tesi Tubertini chiama a testimoniare sé stesso, linkando (o cercando di fare pubblicità) ad una sua pagina che riporta una sua lettera indirizzata all'Ordine degli psicologi dell'Emilia-Romagna come nota difensiva per aver infranto il codice etico con alcune sue esternazioni anti-gay.
Basta fare una semplice ricerca in rete per capirne il motivo: da anni l'uomo non perde l'occasione per commentare qualsiasi articolo parli di terapie riparative, con centinaia di commenti zeppi di volgarità, insulti e anatemi nei confronti di gay e colleghi gay-friendly (il più delle volte sottolineando come lui sia iscritto all'ordine e che nessuno deve permettersi di contestarlo perché ha studiato Freud). I suoi insulti sono tali da averlo portato a frequenti sospensioni da parte di Facebook, motivo per cui è lui stesso a vantarsi di aver aperto più profili per potersene infischiare. Giornalettismo cita anche dichiarazioni in cui l'uomo arriva alla minaccia fisica: «Vi vengo a cercare -scrive- o finanzio skinheads che vi massacrino. Mi sono spiegato? Sia che tu sia gay o solo simpatizzante».
Alla fine l'Ordine degli psicologi dell'Emilia-Romagna lo ha sanzionato con una sospensione di soli 15 giorni, tant'è che rispondendo ad un utente di YouTube Tubertini scrive: «Basta che leggi la mia risposta ad una cinquantina di vigliacchetti della tua rismo che mi hanno denunciato all'"Ordine", ma che non hanno concluso un ca**o ...e io continuo a dire all'interno dell'Ordine che voi siete disturbati e che le terapie sono fattibili. Per il resto potete anche continuare ad attaccarvi al ca**o come da bravi regrediti fate».

La nota difensiva pubblicata sulla sua pagina appare come una vera e propria ammissione di colpa. Tubertini parla di un «gigantesco castello di carte costruito sul nulla più assoluto che sarebbero appunto quella combinazione di interdizioni, prive di qualunque scientificità ed eticità, che sono la negazione del disturbo della personalità inscindibilmente collegato con la complementare proibizioni delle terapie riparative», sostenendo poi che «detto castello di carte è solo un sillogismo che si basa su una premessa falsa: l'omosessualità è normale». La trattazione si spinge anche ad ipotizzare che l'Apa e l'Oms abbiano rimosso l'omosessualità dalla dalla lista delle malattie mentali (rispettivamente nel 1973 e dall'OMS nel 1991) a causa di un complotto: «Non è stata frutto di un dibattito scientifico -dice- ma di una operazione ideologica».
Secondo Tubertini i rapporti devono essere solo uomo-donna dato che «è innegabile che, detto in modo elementare, quando si fa sesso si pensa alla riproduzione più o meno nella stessa misura in cui si pensa alle sostanze nutritive quando si mangia» (quasi come se le persone in sovrappeso fossero spinte dal troppo desiderio di sostanze nutritive e non dal piacere del mangiare, ndr). Inoltre sostiene che l'opposizione alle terapie riparative sia legato ad interessi personali: «Senza la condizione di "immutabilità", crolla la possibilità per costoro di chiedere il previlegio di essere considerata "minoranza" tutelata dalla legge e con essa di tutti i previlegi conseguenti». Se non è chiaro quali siano questi presunti privilegi, sappiamo di certo non si tratta di adozioni dato che lo psicologo non manca di indicare la sua contrarietà con argomentazioni che di scientifico non hanno proprio nulla: «Non c'è nessun bisogno delle adozioni gay -scrive- essendo le richieste etero dieci volte superiori all'offerta, smentendo la propagandistica e vittimistica affermazione che li vorrebbe tutti in orfanotrofio». Il link da lui citato per le sue stime appare non funzionante, anche se il numero indicato appare in netto contrasto con quelli che parlano ad esempio dei 700mila ofani attualmente presenti in Russia, un numero maggiore a quello registrato nel Paese durante la seconda Guerra Mondiale.
In conclusione, parlando della prospettiva di una sospensione, Tubertini afferma: «Ritengo quindi che non debba essere modificatala la mia posizione soprattutto perché io credo che l'Ordine debba essere come un corpo umano che contiene al suo interno entrambe le istanze in una dinamica che non proietti all'esterno nulla e sia un autentico esempio di dia-logos e che solo nel divenire perenne di questo confronto si possa e si debba evitare l'estrema pericolosità di "sdoppiamento", "scissione", "manicheismo" che negando l'evidenza dei contrari e polarizzandosi solo su uno di essi riducendo l'altro al "nemico", non si faccia onore alla Psicologia stessa caratterizzandosi, invece, la società attuale, proprio per questo erroneo atteggiamento». Insomma, io faccio quello che mi pare e me ne frego se le tesi che sostengo non hanno alcuna scientificità ma comportano solo rischi per la salute dei pazienti.

Da anni l'uomo utilizza la sua iscrizione all'Ordine per pubblicizzare la sua attività su siti cattolici e gay (forse alla ricerca di genitori omofobi o persone che non vivono serenamente la propria sessualità), spesso specificando e vantandosi di come le sue partitiche lo portino a rischiare l'espulsione dall'albo.
Com'è possibile che dinnanzi ad un simile documento si possa scegliere una breve sospensione e non la radiazione che lui stesso ipotizza da anni? E che dire di come l'albo dell'Ordine degli psicologi dell'Emilia-Romagna finisca con l'accreditare la professionalità di un uomo che pare mosso solo dalla volontà di discriminare le persone in base a religione ed orientamento sessuale?
Pensare che i possa trattare di una dissidenza legittima sarebbe come sostenere che testimone di Geova che lavora come medico abbia il diritto di far morire i propri pazienti perché contrario alle trasfusioni o che un chirurgo debba avere il diritto di suggerire ai propri pazienti di non asportare dei tumori curabili perché e sue convinzioni religiose lo portano a sostenere che sia meglio affidarsi alla preghiera e sperare in una guarigione miracolosa...
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