La ProVita Onlus torna all'attaco ed inizia a promuove le terapie riparative sui minori


Incessantemente impegnata nelle sue campagne d'odio, l'associazione ProVita (mai nome è stato più inadatto, ndr) pare non si accontenti più di denunciare i professori che suggeriscono libri con personaggi gay o di tentare di impedire che si possa insegnare agli studenti come prevenire le malattie sessualmente trasmissibili (evidentemente preferendo che i ragazzi si ammalino se osano praticare sesso prematrimoniale).
La nuova frontiera intrapresa pare sia quella di introdursi nella lucrosa area delle fantomatiche terapie riparateve. In un articolo intitolato "Ex gay: si può, senza traumi", l'associazione cattolica afferma: «Ex gay esistono e sono persone felici ed equilibrate. Il fatto che alcune persone cambiano il loro orientamento sessuale da omosessuale in eterosessuale (alcuni spontaneamente come un cambiamento evolutivo, alcuni attraverso la consulenza religiosa, altri attraverso terapia professionale) è un grosso problema per il movimento omosessuale».
Già qui una nota andrebbe fatta: il codice deontologico dell'Ordine degli Psicologi vieta qualsiasi "terapia" atta a cambiare l'orientamento sessuale delle persone dato che è immutabile e non è certo una malattia. Ed è per questo che suggerire l'esistenza di «terapie professionali» equivale a suggerire il ricorso a finti professionisti o a persone che attuano pratiche illegali. Insomma, un po' come se un'associazione suggerisse di abortire all'ottavo mese sostenendo che ci sono ottimi professionisti in grado di farlo.
Ma l'articolo non finisce certo qui. Parlando del movimento omosessuale aggiunge: «Esso mina seriamente il mito che le persone "nascono gay e non possono cambiare", e che serve ad accusare di omofobia chi ritiene che l’omosessualità sia innaturale, assimilando l'omofobo al razzista». Insomma, tutti i gay sarebbero certi che l'omosessualità sia una malattia, che possa essere cambiata a piacimento ma sceglierebbero una vita resa impossibile dagli omofobi solo per poterli etichettare come tali.


A riprova della propria tesi l'articolo si spinge a sostenere che «esistono diverse associazioni di ex-gay: piccole e mal finanziate, ma comunque attaccate in modo furioso dalle lobby omosessualiste». Eccoci alla seconda bugia. Il mercato delle terapie riparateve ha un giro d'affari che segue solo quello di droga ed armi, motivo per cui parlare di realtà mal finanziate è già di per sé tendenzioso. Se si aggiunge che le realtà maggiori abbiano chiuso i battenti riconoscendo di aver mentito sull'efficacia delle proprie metodologie, non è ricorrendo a termini offensivi nei confronti degli omosessuali che si può sperare di ottenere ragione.
Eppure l'articolo dà per certo che l'OMS si sbagli e che l'omosessualità sia una malattia, al punto da scagliarsi con rabbia contro chi impedisce che i bambini siano sottoposte a vere e proprie torture: «[Le associazioni gay] sono riuscite a far passare in molti Stati americani leggi che vietano agli psicologi di operare per agevolare il cambiamento di orientamento sessuale di minorenni, su richiesta dei genitori. Recentemente il Southern Poverty Law Center (SPLC), un ricco gruppo di pressione politico anticristiano sta attaccando anche gli psicologi che lavorano in questo senso con gli adulti, accusandoli di frode».
Una tesi, questa, che parrebbe appurare la volontà di ProVita di mietere quante più viti possibili fra i giovani. Tutte le ricerche odierne, infatti, sottolineano come le fantomatiche terapie riparative non abbiano effetti sull'orientamento sessuale, ma creino depressione e propensione al suicidio. Sostenere che sia giusto che un genitore possa obbligare i figli a sottoporsi a tale pratiche è come legittimare un genitore che vuole spingere il figlio ala morte.

Nella terza sezione, l'articolo afferma che tutti i fatti di cronaca e le denunce di questi anni siano false. «Le moderne terapie di riorientamento sessuale -scrivono- oggi si basano sulla "terapia della parola", ma gli oppositori continuano a dire che si usano tecniche lesive della dignità dei pazienti. È una bugia enorme, perché nessun terapeuta le usa più da anni. Recentemente ha fatto scalpore (per chi l'ha voluto sentire) il caso di un trans che aveva accusato di tali violenze un'associazione che poi si è rivelata esistente... nella trama di un film».
Evidentemente è la proprietà transitiva a far dover credere che una testimonianza falsa (ammesso che esista) renda false milioni di altre testimonianze o che tutte le prove documentali raccolte e portate nei tribunali non contino.
Sarebbe anche interessante sapere cosa si intende per «moderne terapie» dato che da anni Joseph Nicolosi è l'unico punto di riferimento per quelle teorie ampiamente disconosciute dalla scienza ufficiale. Andrebbe poi detto anche come la «terapia della parola» non sia altro che un bel nome per indicare un processo di colpevolizzazione che, attraverso un rifiuto di sé stesso, porti a negare il proprio io per uniformarsi al volere di ciò che viene imposto dall'esterno.

In conclusione è bene sottolineare che -così come ci ricordano i militanti di Forza Nuova- in qualità di onlus riconosciuta dallo stato l'Associazione ProVita può attuare la sua propaganda anti-gay beneficiando di sgravi fiscali ed agevolazioni in merito alle imposte sui redditi, l'IVA e altre imposte indirette. In altre parole, i mancati introiti a cui lo stato rinuncia ricadono sui cittadini che, indirettamente, si ritrovano a sovvenzionare un gruppo d'odio.
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