Torino: la locandina non piace ed il Comune ritira il patrocinio alla mostra d'arte


«All'unanimità la giunta ha deciso di revocare il patrocinio all'evento». Lo ha annunciato l'assessore alla Cultura del Comune di Torino, Maurizio Braccialarghe, dopo aver visto la locandina dell'Internazionale d'Arte LGBTE dedicata quest'anno ai sette vizi capitali (racchiusi nell'acronimo SALIGIA).
L'immagine raffigurava una donna che calpesta una serie di immagini sacre. «In questa foto ho scelto di simboleggiare la Superbia con una donna -spiega Mauro Pinotti, autore della fotografia- all'inizio volevo metterle sotto i piedi una pila di libri, volevo rappresentarla superiore alla cultura. Però mi sembrava banale, limitativo».
Anche l'organizzazione della rassegna ha smentito una qualsiasi intenzione di voler offendere la sensibilità religiosa: «La nostra rassegna -dicono- intende promuovere gli artisti lgbt, ma da quest'anno abbiamo aggiunto una "e" per comprendere anche il mondo etero. E la fotografia di Mauro Pinotti ha come unico intento quello di mettere in risalto la donna. Non di calpestare la religione».

Maurizio Marrone, capogruppo di Fratelli d'Italia, non ha perso l'occasione per insultare l'intera comunità gay: «Le lobby gay non pensino di godere di una licenza di offendere la sensibilità altrui -ha tuonato- soprattutto quella cristiana in un momento storico di feroci e cruente persecuzioni subite per la fede in quelle immagini sacre così oltraggiate dalla cosiddetta arte lgbt».
Pare quasi inutile commentare come il chiedere conto ad un'intera comunità delle scelte individuali sia come il pretendere che lui stesso ci renda conto dei delitti del mostro di Firenze dato che entrambi sono eterosessuali (o forse bisognerebbe dire "aderenti alla lobby eterosessuale" se volessimo utilizzare il medesimo meccanismo di insulto, ndr).
C'è da sperare che qualcuno chiederà prima o poi conto a Marrone di cosa lui intenda con «arte lgbt». L'oggettività dice che lo scatto sia di Pinotti ed è difficile pensare che il suo orientamento sessuale -sia etero che gay- possa essere l'unica caratteristica che influenza il suo lavoro. Allo stesso modo sarebbe doveroso permettere ad ogni singolo gay di avere un'opinione personale al riguardo, senza cogliere ogni pretesto per vantare una presunta «licenza di offendere la sensibilità altrui» attraverso un'odiosa generalizzazione opportunamente buttata lì «in un in un momento storico di feroci e cruente persecuzioni subite» a causa del proprio orientamento sessuale (quasi come se già non bastasse il vergognoso manifesto recentemente diffuso proprio dal suo partito).

Di parere diametralmente opposto è il consigliere Silvio Viale che commenta: «Aldilà di ogni legittima critica dell'autore e dell'opera, le proteste ipocrite di alcuni miei colleghi sono sintomo di "bacchettonite" acuta, che li classifica al pari dell'intolleranza degli integralisti che si schierarono contro le vignette su Maometto e l'Islam. In particolare, è insopportabile l'ipocrisia di chi allora difese le vignette contro gli integralismo, ci è vergognoso ogni riferimento alla donna grassa, come se fosse una colpa più pesante. Si tratta di arte e di un messaggio simbolico chiaro. Forse sono stati accecati dalla fretta e si sono dimenticati dei nudi di Botero. Come non hanno nemmeno pensato che l'allegoria simbolica non riguarda Dio, non è contro Dio, ma contro l'interpretazione ecclesiastica terrena, con riferimento esplicito alla omofobia della Russia di Putin. Mi auguro che Torino possa confermarsi la Capitale delle libertà civili e manifestare anche in questo caso rispetto e tolleranza. Non basta lavarsi la coscienza con una mozione ogni tanto contro l'omofobia. A me il manifesto sembra bello, mi piace e colpisce nel segno, per cui ai malati di "bacchettonite" dico: "fatevi una camomilla!"».
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