Angelino Alfano si piange addosso:«Contro di me una violenza inaudita»


«Quello che mi ha davvero impressionato ieri, a fronte di una direttiva ai prefetti che li invita a invitare i sindaci a rispettare le leggi e a non fare in Italia cose che le leggi non prevedono, è che mi sono visto tirare addosso una quantità di insulti e di aggettivi di una violenza inaudita: da parte di associazioni e di giornalisti, e oggi da parte di titoli di giornali e di esponenti politici». Lo ha dichiarato Angelino Alfano dopo le reazioni alla sua circolare con cui ha vietato ed annullato la trascrizione dei matrimoni gay celebrati all'estero.
Il titolare del Viminale, però, pare non rendersi conto che la su azione sia stata l'imposizione di una volontà e di un'ideologia personale a fronte di diritti sanciti dal codice internazionale.
A fronte di una crescente richiesta di diritti che giunge dalla società civile è inaudito pensare che possa bastare ignorare i richiami della Corte Costituzionale per dare seguito solo alle richieste dei Giuristi per la vita e delle Sentinelle in piedi, imponendo l'omofobia per legge e negando i diritti che si sono sottoscritti in sede europea.
Inoltre è innegabile come quelle parole rischino di creare ulteriore tensione sociale, a fronte di sindaci come Merola che si dicono pronti a disubbidire o quelli come il primo cittadino di Chieti che ha festeggiato la notizia asserendo che «il ministro Alfano ha preso la decisione giusta. I sindaci non possono sostituirsi alle normative nazionali con ordinanze che sarebbero illegittime o addirittura in contrasto con la Costituzione».
Naturalmente, quando si cita la Costituzione, ci si dimentica sempre dell'articolo 2 che sancisce la piena uguaglianza dei cittadini a fronte di persone che stanno lavorando alacremente per cercare di creare una categoria di cittadini di serie B a cui sia negato il diritto alla vita familiare, peraltro ampiamente riconosciuta in una sentenza della Corte Costituzionale italiana (che evidentemente dovrebbe risultare in grado di citare la carta fondamentale con più cognizione di causa del sindaco di Chieti).
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