I Giuristi per la vita entrano nelle scuole, tra rapporti gay equiparati alla bestialità e misoginia


I Giuristi per la vita sono in prima fila nel sostenere che le scuole vogliano "promuovere" l'omosessualità ma il loro presidente, l'avvocato Gianfranco Amato, non si è certo astenuto dal recarsi nelle aule scolastiche per promuovere l'omofobia.
L'uomo è stato invitato al liceo Cavour di Roma (tristemente noto per il suo coinvolgimento nel suicidio del "ragazzo dai pantaloni rosa") come contraddittorio in un dibattito con il deputato Ivan Scalfarotto. Se l'invito di un personaggio così oscuro è già di per sé criticabile, Amato ha colto l'occasione per lasciarsi andare a frasi completamente inaccettabili.
«Se stabiliamo che una famiglia può essere fatta da due uomini o da due donne -ha detto ai ragazzi- allora arriveremo anche a dire che una famiglia è quella composta da un uomo ed il suo cane». «Il mio compagno non è il mio cane» ha replicato Scalfarotto, ottenendo l'applauso di tutti gli studenti in sala.
«Chi in nome della fede o di qualcosa che dovrebbe avere a che fare con la carità -ha poi aggiunto il deputato- si permette di bollare rapporti d'amore come rapporti che hanno caratteristiche di bestialità, secondo me vive fuori dal mondo civile. Si sono accorti immediatamente, nella loro genuinità, della gravità delle affermazioni, si sono alzati tutti in piedi per applaudirmi. Io ho sentito una grande speranza, perché vuol dire che le nuove generazioni, per fortuna, sono immuni dai germi dell'intolleranza e dell'odio».
Dal canto loro i Giuristi per la vita si sono limitati a pubblicare un messaggio su Facebook in cui dicono di essere vittima della macchina del fango. In una lunga lettera pubblicata sempre sul social network, Amato non ha mancato di lanciare insulti anche ad alcuni studenti che, a suo dire, si sarebbero lanciati «in atteggiamenti provocatori» connotati da «evidente aria di sfida» davanti ai suoi occhi: «Non sono riuscito a prendermela -dice l'avvocato- perché ho provato per loro una profonda e sincera pena».
A sabato scorso risale invece un altro post in cui il gruppo ultra-conservatore non ha mancato di dare libero sfogo anche alla propria misoginia, sostenendo che l'esistenza delle donne prete sia da ritenersi «un incubo».
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