Il pensiero dell'omofobo medio


Ormai una fetta significativa di chi visita i siti gay è composta da attivisti anti-gay, impegnati in un processo di costante propaganda volta a far credere che il numero degli omofobi sia maggiore del reale. L'idea di base pare sia quella di voler creare un clima d'odio costante, tale da legittimare posizioni sempre più intollerabili.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti, dato che in Italia è lecito scendere in piazza per rivendicare «il diritto che un giorno mio figlio possa rifiutarsi di giocare con un bambino che è figlio di due madri», ma si può essere indagati se un uomo bacia suo marito davanti ad un gruppo omofobo.

A mostrare la paura, l'ignoranza e la strumentalizzazione che muove queste persone può venirci in aiuto un commento che è stato pubblicato oggi da un utente anonimo in difesa di un articolo pubblicato da Tempi.

Questa notizia mi lascia basito; 120000€? Per altri problemi molto più importanti di Roma, il sindaco dice che non ci sono soldi!? Gentilmente vorrei sapere da dove spuntano 'sti soldi? Perché questi corsi vengono realizzati solo da associazioni chiaramente di parte? Lo svolgimento di questi "corsi" saranno obbligatori? La frequenza a questi corsi inciderà sui voti? I genitori saranno informati che i propri figli siano a contatto con attivisti gay? Chi si assume la responsabilità e il controllo nel caso qualche attivista molesti qualche ragazzino?

Vien da sé che l'articolo non sia stato letto o capito, tant'è che si parte dal presupposto che la spesa riguardi la città di Roma e non il territorio nazionale. Ma dato che Marino ha registrato alcuni matrimoni contratti all'estero, per l'omofobo medio è lui il nemico ed è lui che bisogna colpire anche a discapito della verità dei fatti. Poi non manca l'immancabile mantra del «ci sono cose più importanti»... un frase che equivale ad un «voglio essere beneficiario di ogni investimento».
Immancabilmente si sostiene anche che 120mila euro siano un esborso in grado di mettere in ginocchio l'Italia, pur senza domandarsi nulla riguardo alla provenienza dei 1.250.000.000 di euro che annualmente lo Stato destina al pagamento dello stipendio dei docenti di religione (nominati direttamente dal clero senza alcun concorso pubblico).
Si sostiene che l'Unar (un ente istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri) sia da ritenersi un'associazione di parte, motivo per cui si rivendica così il diritto di poter scegliere se i propri figli debbano partecipare ai corsi. E allora vogliamo permettere ai genitori di poter far mancare i figli da scuola anche durante le lezioni di educazione civica? O perché non rendere facoltativi anche l'italiano, la matematica o il latino? Che senso avrebbe un corso sulle diversità se non lo si facesse frequentare a chi ha pregiudizi o famiglie omofobie alle spalle?
Insomma, una serie di posizioni inaccettabili che non potevano chiudersi in altro modo se che tutti i gay siano pedofili e che i ragazzi corrano rischi di molestie a stare a contatto con persone gay. Peccato che le percentuali indichino sia molto più rischioso stare a contatto con un prete...
Insomma, questa è la gente con cui si ha a che fare: persone divorate dal pregiudizio che si prestano ad operare per le potenti lobby cattoliche, in un piano troppo ben articolato per ritenere che non sia mosso da una mente comune. Il tutto con l'unica conseguenza di rendere l'Italia un posto peggiore, per tutti.
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