Il Ncd tenta (nuovamente) di bloccare i progetti scolastici sull'identità di genere


È necessario impedire che nelle scuole di possa parlare di identità di genere. È quanto chiede un'interpellanza presentata alla Camera e al Senato da Carlo Giovanardi ed Eugenia Roccella, entrambi del Ncd. Il tentativo è quello di impedire lo svolgimento del programma redatto dal Ministero della Pubblica Istruzione e dall'Unar che si svolgerà dal 24 al 30 novembre nelle scuole di ogni ordine e grado.
I due sostengono che «mentre è sacrosanto combattere nelle scuole ogni forma di violenza e di discriminazione è intollerabile un indottrinamento degli alunni sin dalla scuola primaria alla teoria del gender, tramite un organismo che non garantisce le "condizioni di imparzialità" previste dalla legge con pesanti giudizi negativi sulla religione cattolica la famiglia e la società e inaccettabili e offensivi apprezzamenti sul ruolo di questi fondamentali istituti nella storia e nella cultura del nostro paese».
In altre parole, nelle scuole non bisognerebbe neppure dire che il colore della pelle non influisce sul valore delle persone dato che, così facendo, si rischierebbe di non essere imparziali e ci si schiererebbe contro i razzisti. O non bisognerebbe parlare del Big Bang dato che esistono anche i creazionisti.
Simona Malpezzi, deputata del Partito Democratico e componente in Commissione Cultura alla Camera, ha commentato: «Lasciano di stucco le parole con cui autorevoli esponenti del Ncd hanno chiesto di escludere l'identità di genere dal programma organizzato dal ministero della Pubblica Istruzione. Ciò segnerebbe un intollerabile passo indietro. Già è stato stato molto grave bloccare la diffusione dell'opuscolo promosso dall'Unar "Educare alla diversità a scuola". In un momento, poi, dove si assiste all'intensificarsi di episodi discriminatori e omofobici nei confronti di molti studenti, queste parole suonano davvero fuori luogo [..] Oggi più che mai è necessario sostenere iniziative che nelle scuole insegnino il valore della diversità e del rispetto degli altri. Non si tratta chiaramente di attaccare l'idea di famiglia tradizionale di famiglia ma semplicemente dell'affermazione di principi inderogabili che insegnino il valore della diversità e educhino alla differenza di genere in un clima di serenità e rispetto delle differenze».
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