Il diaconato di Roma: «Il crollo del muro di Berlino ha diffuso l'ideaologia gender»


Quasi non bastasse la disinformazione di Radio Vaticana, anche il diaconato della diocesi di Roma ha pubblicato un articolo dedicato alla formazione dei sacerdoti in cui si spiega cosa sia la fantomatica «ideologia gender» che molti cattolici citano per motivare la propria contrarietà alla lotta alla discriminazione.
«La teoria del gender -afferma l'articolo- è una idea che sostiene la non-esistenza di una differenza biologica tra uomini e donne determinata da fattori scritti nel corpo, ma che gli uomini e le donne sono uguali da ogni punto di vista; c'è quella differenza morfologica, ma non conta niente. Invece la differenza maschile/femminile è una differenza esclusivamente culturale, cioè gli uomini sono uomini perché sono educati da uomini, le donne sono donne perché sono educate da donne».
C'è da chiedersi se per proprietà transitiva i gay siano gay perché educati da gay, ma più di ogni altra cosa c'è da chiedersi di che cosa si stia parlando e perché mai una simile teoria dovrebbe essere tirata in ballo nel contrastare i progetti contro l'omofobia. Sino a prova contraria tutte le associazioni lgbt si battono per rivendicare come il contesto non influisca sul genere, così come sono in prima fila a sostenere che ci siano differenze fra uomini e donne (altrimenti che senso avrebbero le battaglie per chiedere la attribuzione del sesso a chi vive in un corpo che non riconosce come proprio?). Casomai è Avvenire ad aver fortemente criticato un documento che chiedeva un uso corretto del maschile e del femminile in modo da rispettare le differenze di genere che possono esistere fra un gay o una transessuale...

Peccato, però, che l'articolo prenda immediatamente una strada diversa e si sia affretti a sostenere che «in tal modo la sessualità viene dissociata dalla personalità, non viene naturalmente connessa con la costruzione di una persona». Ecco dunque che si spiega tutto: si nega l'esistenza stessa della sessualità e si sostiene che il sesso biologico imponga uno stereotipo da seguire. In tal senso è evidente l'assenza di qualsiasi coerente con l'«ideologia gender» appena descritta, se non nella volontà di ricorrere ad uno specchietto per le allodole che possa nascondere come il punto focale sia la negazione della realtà scientifica. Ma forse esplicando un simile concetto non si sarebbero trovate così tante persone pronte a vegliare in piedi nelle piazze italiane per rivendicare un oscurantismo scientifico che ricorda i tempi in cui la medesima Chiesa pretendeva di negare che la Terra girasse attorno al Sole.
In fondo come si può continuare a voler sostenere che una sessualità riscontrata in 450 specie diverse sia innaturale? Molto meglio creare una parola cacofonica contro cui scagliarsi, incuranti di come ciò comporterebbe che l'intero mondo animale abbia voluto aderire ad una presunta«ideologia».

Nel suo proseguo l'articolo si lancia anche nel sostenere che «il successo di questa omologazione è anche legato al crollo delle ideologie tradizionali, al riempimento di un vuoto dopo il crollo del muro di Berlino». Poi, ormai alla deriva, si scaglia anche in tesi componentistiche: «L'Unione Europea ha stabilito sostanziosi finanziamenti per favorire la diffusione dell'ideologia del gender in Europa -si legge- il che ha significato che chiunque in una Università, in un contesto di ricerca, metta il termine gender nel suo programma, diventi idoneo a ricevere dei soldi. Questo ha fatto sì che il termine abbia avuto una rapida diffusione, perché anche persone che si occupavano di cose diverse hanno inserito la parola gender in modo tale da avere finanziamenti».
Molto interessante è notare come tutta quest'ultima digressione non abbia alcun senso se riferita alla fantomatica «ideologia gender», ma ne assuma molto se pensata come occasione per cercare di delegittimare la realtà scientifica. Riassumendo il concetto, infatti, si cerca di sostenere che le verità scientifiche che conosciamo siano state inventate al solo fine di ottenere soldi. In tal modo, una volta messa da parte la conoscenza, ognuno si sentirà libero di affidarsi al proprio vissuto e sostenere qualunque tipo di tesi (un po' come un tempo si sosteneva che sulla base della propria esperienza era possibile affermare con certezza che fosse il Sole a girare attorno alla Terra).
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