Il Sindaco di Seoul si è scusato con gli attivisti lgbt per aver affossato la norma anti-discriminazione


Il lungo sit-in organizzato dalle organizzazioni lgbt coreane ha portato ai primi risultati ed il sindaco di Seul si è pubblicamente scusato per aver affossato l'approvazione di una norma che comprendeva il diritto «a non essere discriminato sulla base del proprio orientamento sessuale o identità sessuale».
Quel principio di non-discriminazione aveva scatenato le ire di gruppi religiosi e conservatori ed è proprio dopo il loro intervento che il sindaco aveva deciso di fare retromarcia e di affossare un documento che lui stesso aveva appoggiato e sponsorizzato. A quel punto gli attivisti lgbt hanno occupato il municipio, invitando il sindaco Park Won-soon chiedere scusa per il suo gesto.
«È una mia responsabilità e colpa. Mi dispiace per il dolore che avete sofferto e sono pronto a rilasciare qualunque dichiarazione mi chiederete», afferma ora il sindaco. «Indipendentemente da qualsiasi incomprensione o dichiarazione, nessun cittadino sarà oggetto di discriminazioni o svantaggi. Cercherò soluzioni pratiche per risolvere le difficoltà di chi sta soffrendo».
I manifestanti si sono detti soddisfatti delle rassicurazioni ricevute ed hanno annunciato la fine del loro sit-in sulla base delle «promesse fatte dal sindaco durante la conversazione privata» che vengono indicate come una chiara «volontà del governo metropolitano ad attuare piani per la creazione di un gruppo collaborativo costituito dalle organizzazioni competenti con il fine di eliminare la discriminazione nella città».

Lo scorso giugno vari gruppi cristiani assaltarono il Korea Queer Festival al grido di: «Non c'è posto per i gay in questo Paese». Anche lo svolgimento del pride venne interrotto dalla presenza di estremisti cristiani, intervenuti in prima persona dopo aver tentato di convincere le autorità a vietare la parata.
Sino ad oggi tutti i tentativi politici volti alla creazione di una norma anti-discriminazione sono sempre naufragati a causa dell'intervento della Chiesa cristiana protestante e la norma approvata a Seoul (poi non convalidata dalla firma del sindaco) è stato il massimo obiettivo sinora raggiunto nel Paese.
3 commenti