Anche Merola è indagato per la trascrizione dei matrimoni gay contratti all'estero


Così come già avvenuto a Milano, anche a Bologna il primo cittadino è stato iscritto al registro degli indagati in merito al suo rifiuto di cancellare la trascrizione delle nozze gay sulla base della circolare emanata da Alfano. Anche in questo caso l'indagine, priva di ipotesi di reato, è stata avviata dalla denuncia di un non meglio precisato cittadino.
Nonostante la richiesta giunta dal prefetto Ennio Mario Sodano, Virginio Merola non arretrò e dichiarò: «Io questa cancellazione non la farò perché contrasta con il diritto europeo, con la nostra Costituzione, con il diritto delle persone che hanno chiesto la trascrizione, con la storia e il futuro della città che ho l’onore di rappresentare, che non vuole cittadini di serie A e serie B, e con la mia coscienza». Gli atti furono poi cancellati attraverso l'intervento di un funzionario prefettizio.
L'ennesimo esposto presentato da cittadini anonimi pare rientrare in un vero e proprio piano per cercare di "punire" chiunque abbia osato sfidare l'autorità di Alfano. In precedenza la procura di Udine ha già stabilito l'illegittimità di quella circolare, ma la sentenza aveva valore territoriale.
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