Giovane transessuale suicida perché non accettata, ma la madre insiste: «Contrario ai miei principi religiosi»


Gli Stati Uniti sono sotto shock per il suicidio di Leelah Alcorn, la giovane transessuale che si è tolta la vita perché rifiutata dai suoi genitori. I motivi del suo gesto erano stati descritti in una commuovente lettera pubblicata su Tumblr.
E se su Internet sono state raccolte più di 230mila firme per chiedere che sulla sua lapide sia inciso il nome femminile da lei scelto e non quello maschile impostogli dai genitori, fa riflettere come quest'ultimi siano intervenuti alla Cnn per sostenere che amavano molto il loro «bambino». Esatto, nonostante l'estremo gesto compiuto dalla figlia, i due non hanno mai smesso per un secondo di utilizzare il maschile. Ma non solo, la madre ha anche precisato che «la condizione di transgender è contraria ai nostri principi religiosi. Gli dicevamo che comunque lo amavamo moltissimo. Gli volevamo bene a prescindere. Amavo mio figlio. Era un ragazzo buono e gentile».
Riguardo all'isolamento a cui la avevano costretta dopo il coming out (cinque mesi surante i quali non ha potuto uscire di casa, usare il telefono, accedere ad Internet o vedere gli amici), i genitori sostengano che la scelta fosse dovuta al fatto che l'avrebbero conta a guardare non meglio precisati «materiali inappropriati» in rete. L'intervistatore ha provato anche a chiedergli se avrebbero acconsentito ad un'operazione per la riassegnazione del sesso, ma i genitori hanno dribblato la domanda riponendo semplicemente che non avrebbero mai avuto i soldi per una simile operazione.
Insomma, l'impressione è che neppure la morte abbia permesso ai genitori di rendersi conto di come la loro continua condanna all'orientamento sessuale della figlia (che per loro era un figlio, ndr) sia la causa dell'accaduto.
Il noto commentatore statunitense Dan Savage si è spito oltre ed ora chiedere che i genitori siano perseguiti penalmente, così come il terapista a cui si erano rivolti per cercare di "rendere" eterosessuale la figlia.
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