Alabama: il giudice capo minaccia i funzionari che rispetteranno la sentenza sulle nozze gay
Il matrimonio egualitario è entrato in vigore in Alabama, ma su 67 contee solo 9 stano rilasciando le licenze matrimoniali alle coppie dello stesso sesso.
Il giudice capo della Corte Suprema dell'Alabama (che peraltro lo scorso 25 gennaio condivise su Facebook un'eloquente immagine riguardo alla sua visione sull'uso della forza e della religione) si dice furioso per la legalizzazione dei matrimoni egualitari e si dice pronto ad avviare procedimenti disciplinari contro i funzionari che ottempereranno alla sentenza della giudice federale Ginny Granade.
Domenica notte aveva emesso un ordine in cui intimava ai funzioni di non rilasciare alcuna licenza matrimoniale: «Con effetto immediato -scrisse- nessun giudice tutelare dello Stato dell'Alabama, né qualsiasi agente o dipendente potranno rilasciare o riconoscere una licenza di matrimonio che non è coerente con l'articolo 1, Sezione 36.03, della Costituzione Alabama». La sezione citata è proprio quella che è stata giudicata incostituzionale.
Un certo numero di giudici si sono schierati dalla sua parte. Attraverso un comunicato, il giudice Valerie Davis ha dichiarato: «Non credo di essere tenuto a compromettere le mie convinzioni religiose perché sono un giudice tutelare; la legge dell'Alabama non mi imporrà di rilasciare licenze di matrimonio a chiunque di qualsiasi genere». Il Giudice Bobby Martin ha invece spiegato ai giornalisti che rilascerà le licenze ma non officerà le cerimonie: «Credo che il matrimonio sia solo tra un uomo e una donna, e per questo non voglio fare una cerimonia per una coppia che non rientra in qual criterio».
Il giudice tutelare Don Davis ha invece preferito vendicarsi direttamente sulle due donne che nel 2013 avviarono la causa che ha portato alla sentenza che ha sancito l'incostituzionalità di un divieto ai matrimoni fra persone dello stesso: pur di impedirle di sposarsi, ha tenuto chiuso il suo ufficio tutto il giorno in modo che nessuno potesse entrare per ritirare i documenti.
Insomma, si è dinnanzi persone che stanno cercando di imporre con la forza la propria volontà sulla base dei loro preconcetti ed in violazione delle norme. Spesso anche con atteggiamenti talmente imbarazzanti da risultare un insulto al ruolo ricoperto.
«Azioni contro il giudice Davis o le altre persone che non riescono a seguire la Costituzione potrebbero essere avviate da chi è stato danneggiato dalla loro incapacità nel seguire la legge -fanno sapere gli avvocati- ora la questione è dinnanzi alla Corte con una dimostrare di come sia stata impedita l'applicazione della decisione presa dai tribunali lo scorso 23 gennaio».