Roma. Chiesti tre anni di carcere per i tre responsabili di un'aggressione omofoba del 2010


Era la notte del 25 maggio 2010 quando Simone T. venne brutalmente aggredito nel centro di Roma perché gay. Aveva trascorso la serata con amici in un locale della Gay Street e poi, mentre era al telefono con un amico, aveva imboccato via del Fagutale. Qui era stato preso di mira da un gruppo di stranieri che hanno iniziato ad insultarlo: «Sei un frocio di m...». Simone non ha avuto neppure il tempo di fuggire prima di essere circondato preso a calci al viso al grido di «frocio frocio».
Uno degli aggressori gli ha poi sfilato il cellulare di mano proma di fuggire, lasciando lì il ragazzo in una pozza di sangue. La gravità delle lesioni era tale da aver portato al rischiato di perdere un occhio.
Tre aggressori sono stati identificati ed arrestati per rapina e lesioni gravi. Ora il pm Paolo Auriemma ha sollecitato una condanna a tre anni e due mesi di reclusione per ciascuno ciascuno di loro. Sulla richiesta del magistrato si pronunceranno i giudici della II sezione del tribunale penale collegiale il 17 giugno prossimo.
«Siamo soddisfatti per come la Procura e le forze di polizia hanno gestito la vicenda e per la richiesta di condanna formulata dal pubblico ministero Auriemma. Siamo davanti ad una rapina che, in realtà, celava un'aggressione a chiaro sfondo omofobo -ha dichiarato l'avvocato di Simone- e questi elementi sono stati messi in risalto dalla Procura. È stato fondamentale denunciare subito l'accaduto perché solo così sono potute partire le indagini della polizia che è anche riuscita a rintracciare gli aggressori scappati nel frattempo all'estero. Speriamo che fatti del genere non accadano mai più».
Sulla richiesta dei pm interviene anche Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center. "Ringraziamo la Procura che ha accolto la nostra istanza e quella della parte civile chiedendo di condannare gli aggressori di Simone, che ha anche rischiato di perdere un occhio, non solo per il reato di rapina- dice Marrazzo- Viene così fatta chiarezza su quella che è stata una vera e propria aggressione omofoba. Sin dal primo momento abbiamo definito quei fatti frutto di omofobia anche perché gli effetti rubati erano di poco valore quindi ringraziamo la Procura. Purtroppo non è stato possibile contestare agli imputati l'aggravante dell'omofobia in quanto non esiste ancora una legge al riguardo. Auspichiamo quindi che il nuovo presidente della Repubblica si adoperi per una legge per le coppie gay e contro le discriminazioni di questo genere".
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