Cristiano californiano presenta una proposta di legge che introduce la pena di morte per i gay


Matt McLaughlin è un attivista cristiano statunitense che ha depositato presso l'ufficio del procuratore generale della California una proposta volta ad istituire «Un atto di soppressione dei sodomiti» in cui si chiede la sistematica uccisione di tutti i gay del Paese.
Nella proposta di legge si afferma che «il crimine abominevole contro natura conosciuto come sodomia è un male mostruoso che Dio Onnipotente, creatore della libertà, ci comanda di sopprimere così come soppresse Sodoma e Gomorra. dato che è preferibile che siano i colpevoli a morire, anziché rischiare che tutti tutti noi si possa essere uccisi dalla giusta ira di Dio per il nostro tollerare la cattiveria in mezzo a noi, il Popolo della California, sapientemente comandato e nel timore di Dio, sancisce che qualsiasi persona che tocca volontariamente un'altra persona dello stesso genere per fini di gratificazione sessuale dovrà essere messo a morte attraverso un colpo di pistola alla tempia o con qualsiasi altro metodo conveniente».
Non manca poi un paragrafo che trae ispirazione dell'omofobia russa: «Nessuno può distribuire, redigere o trasmettere direttamente o interamente materiale di propaganda sodomita. Come "propaganda sodomita" si intende qualsiasi atto finalizzato alla creazione di un interesse o di un'accettazione verso i rapporti sessuali umani diversi tra quelli fra un uomo e una donna. Ogni trasgressore dovrà essere multato per un milione di dollari e/o incarcerato sino a dieci anni e/o espulso dai confini dello stato della California per il resto della propria vita».
Ed ancora: «Nessun sodomita o chiunque abbracci la propaganda sodomita può lavorare in uffici pubblici, né far parte del pubblico impiego, né godere di alcun beneficio pubblico».
L'iniziativa, ovviamente, non potrà avere seguito sia per l'assenza delle firme necessarie (ne sarebbero servite circa 350mila), né per l'evidente incostituzionalità del testo. Eppure non passa inosservato come la pena di morte per i gay stia diventando un ritornello un po' troppo ricorrente nei proclami del mondo ultra-integralista. Giusto sabato mattina la conduttrice radiofonica cristiana Dana Loesch ha sostenuto che se lo stato non consentirà la discriminazione dei gay sulla base della libertà religiosa, i gay verranno lapidati a morte per le strade. In un discorso dai contorni folli, la donna ha anche affermato che le uccisioni saranno compiute dagli atei dato che «non c'è bisogno di essere cristiani di essere colpiti dalla perdita della libertà religiosa».
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