Heather Parisi e Ferzan Ozpetek rispondono a Dolce e Gabbana


Continua a tener banco la polemica che riguarda le offese lanciate da Domenico Dolce nei confronti dei figli delle famiglie omogeniotriali e dei loro figli, che lui non esita a definire «sintetici». Mentre Forza Nuova e Gay Lib lo hanno tesserati ad honorem, il mondo dello spettacolo continua a sottolineare come la loro posizione sia semplicistica e lontana dalla realtà.

Heather Parisi, volto simbolo della televisione italiana degli anni ottanta, ha deciso di affidare le sue considerazioni ad una lettera rivolta proprio allo stilista:

Caro Domenico Dolce,
sono la madre di due "bambini sintetici" nati con l'aiuto della scienza, di quelli che, secondo te, non hanno diritto di esistere al mondo, almeno in quel mondo "naturale" da te descritto come ideale con l'ostentata sicumera di chi si crede in grado, dall'alto di una vita senza eccessi e piena di coerenza (sigh!), di impartire lezioni di morale, sociologia e financo psicologia.
Ci sono migliaia di mamme famose (Celin Dion, Mariah Carey, Nicole Kidman, Brooke Shields, Sarah Jessica Parker, Emma Thompson, Christie Brinklie, Jennifer Lopez, per non parlare della "musa ispirartrice" delle tue collezioni) e non, che, grazie alla scienza moderna, hanno potuto esaudire il loro desiderio di maternità e donare il loro amore di madri.
Nessuna di loro ti "convince"?
Vedi, caro Domenico, la mia vita non ha mai avuto un "percorso naturale", ma al contrario è sempre stata l'emblema dell'inconsueto, del non ordinario e quindi dell'eccezionale, nel significato originale del termine.
Sono vissuta senza un padre fino all'età di 28 anni. Ho avuto una sorella con un padre diverso dal mio e ho avuto quattro figli da tre uomini diversi. Non propriamente una famiglia "tradizionale" e certamente non la "Sacra Famiglia".
La famiglia è un'istituzione fondamentale in ogni società umana. Tuttavia, malgrado la sua universalità o proprio in ragione di ciò, ha assunto e assume nei diversi contesti sociali, culturali e storici, una straordinaria varietà di forme. Per dirla con le tue parole, ma in senso completamente opposto al tuo, "si modifica" e non è immutabile. Anche nella sua composizione.
La storia del genere umano, al pari di quella di almeno altre 1.500 specie viventi nel nostro mondo, è piena di comportamenti genitoriali in coppie omossessuali. Non sono migliori né peggiori di quelli delle coppie eterosessuali. Sono altri colori di uno stesso arcobaleno.
La famiglia non è una questione di "natura", ma di costrutto sociale, come qualsiasi altra istituzione.
Non esistono figli della chimica né figli di un Dio minore, esistono figli.


Anche il noto regista Ferzan Ozpetek ha scelto di non rimanere in silenzio dinnanzi a quelle esternazioni ed anche lui ha deciso di condividere una serie di riflessioni attraverso un'intervista pubblicata da Repubblica:

Io direi che la vera cosa che conta è come vengono cresciuti i figli: il sesso dei loro genitori non conta nulla [...] Trovo assurdo doversi schierare da una parte o dall'altra. Già parlare in un certo modo dei figli delle coppie gay è un voler etichettare. Un modo parziale di affrontare il tema. Avere un figlio per me è una questione di responsabilità. Non parlerei di "bambini sintetici", perché il problema è come vengono allevati quei figli [...] Se il problema è quello dei figli delle coppie gay, io dico che è un falso problema. La questione non va vista mai dalla cintura in giù, ma dalla cintura in su: le persone si giudicano per il loro cuore, per la loro testa, non per le loro abitudini sessuali. Non c'entra nulla se la coppia è o non è gay. Ci sono coppie eterosessuali, eccellenti professori universitari, che crescono male i loro figli. E coppie di persone umili che, invece, li crescono benissimo.
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