L'incitamento all'odio dell'Uccr: «L'attrazione gay è un comportamento intrinsecamente cattivo»


Incessante nella sua propaganda d'odio nei confronti dei gay, l'Unione Cristiani Cattolici Razionali ha dedicato un intero articolo a spiegare perché sia necessario discriminare e perseguitare le persone gay.
Citando un documento redatto dall'allora cardinale Joseph Ratzinger, affermano che che «la particolare inclinazione della persona omosessuale, benché non sia in sé peccato, costituisce tuttavia una tendenza, più o meno forte, verso un comportamento intrinsecamente cattivo dal punto di vista morale. Per questo motivo l'inclinazione stessa dev'essere considerata come oggettivamente disordinata».
Ovviamente si precisa anche come tutti gli studi scientifici che sostengono l'esatto contrario siano da ritenersi spazzatura, dato che il loro pregiudizio viene giustificato attraverso l'appello una presunta «legge naturale» che viene definita come «una legge universale scritta nei nostri cuori».
Poi, incuranti di come le loro pagine calpestino quotidianamente la dignità di migliaia di gay attraverso insulti gratuiti e strumentalizzazioni ideologiche (arrivando sino a negare l'esistenza stessa dell'omofobia) passano alla solita suo-assoluzione, sostenendo che la Chiesa deplora «con fermezza che le persone omosessuali siano state e siano ancora oggetto di espressioni malevole e di azioni violente».
Tale contraddizione con il loro comportamento viene risolta attraverso un assordo ragionamento volto a sostenere che la discriminazione venga fatta nel bene della persona dato che che «l'attrazione [omosessuale] non può essere descritta come buona o neutra perché è indirizzata verso un atto che è, per definizione, immorale». Si spiega anche che un adolescente che si sente attratto da una compagna di classe dimostrerò un'«attrazione in sé è ordinata naturalmente al bene della persona», se attratto da un compagno «tale attrazione non potrà mai essere rivolta al bene cioè alla complementarità reciproca, al matrimonio e alla procreazione. Questa attrazione, se seguita, è incapace di condurre al compimento della persona».
A quel punto si sostiene pure che per non essere oggetto di condanne morali si possono seguire solo due strade: la castità o la conversione all'eterosessualità. Nel primo caso dicono che i gay debbano diventare «testimoni di santità quando, attraverso una grande libertà interiore, riescono ad abbracciare una vita di castità e di genuina amicizia», nella seconda si si sostiene che «per molti, se determinati da una notevole spinta morale, è anche possibile (ma non facile) superare questa inclinazione trasformandola, seppur non senza fatica e sofferenza, in un giusto orientamento». Si precisa anche che chi dovesse provare attrazione sessuale verso persone dello stesso sesso(non solo di atto si parla), potrà essere perdonato solo se cercherà di negare la propria sessualità e riconoscerà il «proprio peccato» vivendo la sua stessa esistenza come «una croce».
Ora immaginiamo quali patimenti potrebbero essere inflitti agli adolescenti gay da tutti quei genitori bigotti che dovessero frequentare simili pagine di propaganda cattofascisti, pronti a sostenere che nel nome di Gesù si debba imporre la castità o al rinnegamento si sé stessi ai propri figli. Secondo gli studi condotti dalla Chiesa evangelica di San Francisco, chiunque non dovesse riuscire ad accantonare tali parole come il delirio di un gruppo di folli ma dovesse cadere nel tranello di credere davvero che Dio voglia questo, la conseguenze di queste campagne portano necessariamente a depressioni e suicidi.
Non è certo la prima volta che un gruppo di uomini uccide qualcuno nel nome di Dio, ma ci sarebbe da chiedere se davvero si debba permettere che queste cose possano ancora ripetersi. Perché cercare spingere la gente al suicidio nel nome di un'ideologia malata non è certo «un'opinione».
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