L'insegnante omofoba di Milano non subirà provvedimenti, per la dirigenza ha solo espresso un'opinione


I vertici del liceo Liceo Scientifico Leonardo da Vinci di Milano non muoveranno un solo dito per valutare la situazione dell'insegnante omofoba che è andata in giro ad appendere manifesti volti a sostenere che i rapporti gay siano contro natura ed inferiori a quelli eterosessuali.
«Non abbiamo ritenuto di dover prendere provvedimenti -ha dichiarato il vicepreside del liceo, Guglielmo Pagani- l'insegnante ha espresso un'opinione, abbiamo visto che alcuni ragazzi le hanno risposto e abbiamo lasciato che la discussione andasse avanti tra loro. So che qualche professore ha colto l'occasione per parlare di omosessualità in classe, ma niente di più. Nella nostra scuola vige la libertà di espressione: fino a che non si tratta di commenti violenti o esplicitamente offensivi, non prendiamo misure. Certo, questo è un caso anomalo, in vent'anni anni che sono qui non mi era mai capitato di vedere un carteggio tra insegnanti e alunni sulle pareti della scuola. Ma se i toni restano nei confini della legittimità, non c'è ragione di mobilitarsi. Proprio qualche giorno fa c'è stato un collegio docenti e nessuno ha ritenuto necessario parlare della questione».
La docente in questione aveva affisso un volantino con scritto: «La natura ha stabilito di strutturare il corpo dell'uomo affinché si unisca a quello della donna. L'unica relazione in grado di generare la vita è quella tra uomo e donna. Il matrimonio è il riconoscimento giuridico di questa relazione. Imporre l'uguaglianza di altri tipi di rapporto è una scelta priva di riscontro con la realtà».
E se per la dirigenza non c'è alcun problema, più indignati sono gli studenti che affermano: «Per noi le parole della prof sono molto gravi, come collettivo nei prossimi giorni prenderemo posizione con un documento scritto». Anche il presidente di Arcigay Milano, Fabio Pellegatta, è intervenuto sul tema dichiarando: «Quelle dell'insegnante sono dichiarazioni pesanti. Certo, ha il diritto di dire la sua, peccato però che i suoi pensieri siano più il frutto di credenze che di un ragionamento scientifico».
Sul piano politico Rosaria Iardino, consigliere comunale del Pd a Milano, pare non aver condiviso la scelta della dirigenza scolastica e ha tuonato; «In quella scuola sia fatta un'ispezione ministeriale. E negli istituti comunali parta al più presto il progetto "educare alla diversità"». Ed ancora: «Apprendo con sconcerto quanto avvenuto al liceo Leonardo da Vinci. Lo sconcerto è per il pensiero espresso da una professoressa, che su un manifestino attaccato all'interno degli spazi pubblici dell'istituto ha scritto che è "innaturale il comportamento omosessuale". Provo invece viva soddisfazione e profonda stima per quegli studenti che a quella professoressa, molto disorientata nei suo pensieri, hanno risposto per le rime. E in particolare approvo chi tra loro ha scritto: è volgare chi paragona l'omoaffettività a una decadenza sociale; gravissimo che lo si faccia in una scuola».
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