Il progetto di Fioroni per affossare le unioni gay


Giuseppe Fioroni è un rappresentante dell'ala cattolica più conservatrice del Pd. Da più di un anno continua a ripetere ad oltranza che due uomini o due donne non costituiscono una "famiglia" e che i gay non debbano ambire a nulla di più di un qualche diritto privato. Il tutto sostenendo che anche lo stato non debba occuparsi di simili questioni sino a quando non avrà garantito maggior benessere alle sole coppie eterosessuali.

Date le premesse è difficile non aver dubbi sulla nuova proposta di Fioroni: un emendamento alla riforma costituzionale con cui introdurre i referendum di indirizzo da poter utilizzare per determinare i cosiddetti temi etici. E fra questi vengono fatti rientrare anche i diritti dei gay che, a suo dire, dovrebbero essere lasciati alla sensibilità popolare come «in Irlanda». Peccato che in Irlanda lo stato avesse provveduto a legalizzare le adozioni per non permettere alla Chiesa di poter far leva su mistificazioni riguardanti i diritti dei bambini.
Vien da sé che in Italia si partirebbe con uno scenario decisamente poco favorevole, in una gara al massacro che già oggi numerosi prelati stanno già combattendo attraverso i loro continui proclami di incitamento alla violenza e all'odio nei confronti della comunità lgbt (arrivando persino a suggerire vere e proprie torture per rendere eterosessuali i bambini che non piacciono al Vaticano).
L'altro risultato che Fioroni otterrebbe è l'ennesimo ritardo nel dibattito in aula del ddl Cirinnà. Un decreto che viene ormai rimandato da troppo tempo quasi si volesse permettere ai cattolici di poter consolidare il clima d'odio che si sta provvedendo accrescere attraverso varie mistificazioni della realtà.

Da notare è anche come l'Irlanda sia ricorsa al referendum esclusivamente perché quello era l'unico modo legale che avrebbe permesso la modifica di una Costituzione che prevedeva un esplicito divieto dei matrimoni gay. Gli irlandesi stessi riconoscevano che il voto popolare non è certo il modo migliore per garantire i diritti della minoranze.
In Italia la nostra Costituzione non vieta i matrimoni gay e pertanto è necessaria solo una modifica del codice civile. ma evidentemente la politica desidera mettere i gay nella condizione di dover elemosinare i propri diritti mentre un qualche gruppo cristiano si occuperà di riportare in auge i vari proclami di stampo fascista (notoriamente più apprezzati nei momenti di crisi economica, dato che sarà facile promettere maggior benessere sulle spella dei diritti altrui così come Alfano sta già facendo con la sua opposizione alle pensioni di reversibilità).
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