Tempi svela l'idologia del family Day: l'Italia abbandoni l'Europa per sposare la Russia di Putin


Stando a quanto riporta La Nuova Bussola Quotidiana, il Family Day del prossimo 20 giugno «è frutto solo della responsabilità dei laici». Infatti è Tempi che sottolinea tutta la laicità di un progetto anticipato «ai lettori di Avvenire in un manifesto che campeggiava su mezza pagina del quotidiano della Cei nell'edizione del 31 maggio. Firmato dai Comitati Sì alla famiglia e Alleanza cattolica, il manifesto ricorda che non è possibile alcuna legge sulle unioni civili senza adozioni omosessuali, perché la giurisprudenza europea ha stabilito che, una volta introdotte le unioni civili, non è possibile discriminare le coppie omosessuali legittimate in sede civile escludendole dalle adozioni».
Ed è così che dal laicissimo quotidiano dei vescovi italiani, due associazioni laiche come Alleanza Cattolica e la cattolicissima associazione di Introvigne (che racchiude nomi noti dell'omofobia come i Giuristi per la Vita o Provita Onlus) non hanno perso tempo a far leva sull'adozione per cercare di impedire qualunque riconoscimento alle unioni di persone che loro non vogliono abbiano diritti.

Giusto per apparire liberali e buoni, Massimo Introvigne ha anche sostenuto che la loro non è una chiusura e che il loro rifiuto alla dignità umana «non significa rifiutare di riconoscere i diritti e i doveri che nascono da ogni convivenza, anche omosessuale, per esempio in materia di visite in ospedale, in carcere o locazione: abbiamo proposto di riunirli in un testo unico, presentato al Senato da Sacconi e alla Camera da Pagano, che è la vera alternativa alla legge Cirinnà». In altre parole, la reversibilità e i diritti spetteranno ai soli eterosessuali (anche attraverso lo sfruttamento dei contributi versati dagli omosessuali) mentre i gay dovrebbero accontentarsi delle briciole: se qualcuno starà per morire o finirà in carcere, i cattolici si dicono persino disposti a non impedire che il compagno possa fargli visita.

L'articolo scritto da Luigi Amicone (direttore di Tempi) passa poi a sostenere che l'Italia non debba assolutamente aprire ai diritti civili, dato che «la legislazione italiana in materia è ancora allineata a quella della maggioranza del mondo, dato che i paesi dell'est capitanati dalla Russia, l'intero continente asiatico guidati da Cina e India, i paesi musulmani del Medio Oriente e l'Africa (con l'eccezione del Sudafrica), rifiutano categoricamente di allinearsi al paradigma con pretesa universalistica introdotto dal presidente americano Barack Obama. Bisognerà allora vedere se e come la Casa Bianca intenderà spingere il governo italiano sulla china dell'allineamento all'agenda lgbt».
Ed eccoci dinnanzi alla solita mistificazione di un giornale pronto a sostenere che Cina e Russia siano Paesi a cui ispirarsi, raccontando che i diritti delle persone non siano una necessità ma un capriccio di una fantomatica «agenda gay» di un presidente straniero. Eppure Tempi non ha dubbi nel sostenere che l'Italia sia vittima di una macchinazione di Omaba e che «con uno sforzo propagandistico e finanziario davvero straordinari, la task-force di militanti, avvocati, spin-doctor e ambasciatori legati alla lobby lgbt insediatasi alla Casa Bianca, considera oggi inaccettabile che l'Italia non si sia ancora allineata ai paesi che riconoscono unioni e matrimoni tra persone dello stesso sesso».
Peccato che questo non sia un gioco di fantapolitica, né una partita a Risiko dove bisogna conquistare 18 territori. Questa è la vita di migliaia di persone. Come si può essere così cinici nel ritenere che la vita valga meno di un gioco di potere in cui il proteggere una discriminazione non ha altro senso se non il voler ribadire la propria superiorità nel decidere le leggi civili di uno stato?

Eppure Tempi ha pure il coraggio di scagliarci contro quelle persone che vogliono «costruire per se stessi e gli altri una nazione dove nessuno sia considerato cittadino di seconda classe, a nessuno vengano negati i diritti fondamentali, e noi tutti possiamo essere liberi di vivere e di amare come desideriamo». La sua teoria, infatti, è che «da nessuna parte dell'Occidente le persone omosessuali sono considerate cittadini di serie B. Eccetto, ovviamente, che in taluni paesi stimati dall'Occidente e alleati degli Stati Uniti».
Insomma la colpa è tutta degli Stati Uniti. L'omosessualità è un'invenzione degli Stati Uniti e Putin (che probabilmente loro vorrebbero santificare se non sostituire al lodo Dio) è colui che meglio sa garantire il rispetto dei diritti civili. Il suo divieto all'esistenza delle persone lgbt o le sue continue oppressioni ai più basilari diritti vengono visti come un sogno in un Italia in cui presto i gay e le lesbiche potranno essere picchiate per strada nell'indifferenza della polizia.

Ormai persa ogni dignità, l'articolo di Tempi prosegue nel sostenere che:

In nessuna parte del mondo libero e democratico viene oggi impedito alle persone omosessuali di “amare” e di esercitare i proprio diritti di cittadini. Piuttosto, stando ai trend dell'industria dei media e dei consumi globali, sembra che siano le persone eterossessuali a vedere sempre più minacciati i propri diritti di cittadinanza e a doversi sentire quasi in colpa per il loro antiquato "stile" di relazioni famigliari e affettive.

Ovviamente le vittime dell'omofobia vengono calpestate nel nome dell'iridologia, in una corsa a sostenere l'assenza qualsiasi oppressione dato che forse si ha la consapevolezza di esserne uno dei principali artefici. Se oggi migliaia di persone vengono cacciate dalle famiglie o si sentono rifiutati dai genitori, è difficile assolvere da ogni responsabilità chi passa la propria vita a cercare di convincere che l'omosessualità vada combattuta o "curata".
Amicone non manca poi di sostenere che «l'agenda lgbt è diventata in questi anni la punta di lancia dell'offensiva politica americana nei confronti dei paesi che non si sottomettono alla leadership "morale" degli Stati Uniti nel mondo. È il caso della Russia di Putin, dove si susseguono le provocazioni create ad arte (si pensi ai gruppuscoli lgbt finanziati e sostenuti nelle proteste sulla piazza Rossa o alle Olimpiadi di Sochi dove Usa e Europa inviarono nazionali provocatoriamente guidate da atleti lgbt), che insiste a non sottomettersi al dossier americano in materia di "diritti"».
Insomma, anche qui si sostiene che gli atleti lgbt non siano persone, ma armi utilizzati dai Paesi per offendere Putin e la sua santa richiesta di non permettere a quegli atleti di poter esistere. Anche qui Putin è visto come un dio in terra gay (e poco importa se quelle Olimpiadi abbiano visto migliaia di tangenti e tonnellate di rifiuti tossici nei dintorni di Sochi).

Qui trovare l'articolo integrale proposto da Tempi. Un articolo che andrebbe conservato nel tempo per poter testimoniare ai nostri figli sino a quale limite si è spinta una certa ideologia e quali mistificazioni siano state tratte in campo pur di negare la dignità umana ad una porzione della popolazione.
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