L'ideologia gender spiegata dagli omofobi


«Non esistono differenze fra il maschile e femminile; l'identità prescinde dal dato biologico ed è determinata dai modelli culturali e sociali; nella persona, nella famiglia, nella società i ruoli sono fluidi e intercambiabili; La complementarietà seconda natura dei due sessi è solo una ideologia e l'eterosessualità non è la norma». Questa è la definizione di «idologia gender» fornita in un documento redatto dal Forum delle associazioni familiari e dall'Associazione italiana genitori come sintesi di un convegno tenutosi nel 2014 (a cui ci tengono a far sapere sia stato concesso anche «il saluto iniziale del comune di Roma»).
Peccato che tutto ciò sia pura follia. In tutto ciò c'è una mezza verità mischiata una grande dose di mistificazione, quasi sia stato svolto un lavoro certosino nel cercare di attribuire un senso diverso ad ogni singola parola sino a giungere ad una tesi completamente riscritta. Quale lavaggio del cervello deve aver ricevuto chi è pronto a credere che gli stati di mezzo mondo si siano organizzati per dar vita ad un progetto tanto assurdo?

Ed è dinnanzi a questo interrogativo che si viene spinti a domandarsi dove sia lo Stato. Per mesi e mesi si è stati a guardare mentre un piccolo gruppo di persone assai note ha potuto liberamente indottrinare le persone più sprovvedute sino a fargli credere che qualcuno miri a tutto questo. Ed il bello è che sabato prossimo quella stessa gente sarà pure in piazza a rivendicare che i diritti altrui siano calpestati perché qualcuno li ha convinti che ci sia un legame con un qualcosa che manco esiste.
Possibile che lo Stato non si sia minimamente sentito in dovere di fornire una corretta informazione riguardo ai progetti ministeriali o a tematiche che riguardano un decimo dei cittadini? Magari qualcuno avrebbe ugualmente manifestato, ma almeno avrebbe saputo che non è per fermare un qualcosa che manco esiste che si è stati chiamati lì.

Nel suo proseguo il documento diventa una vera e propria summa di una propaganda che gruppi ben noti hanno condotto negli ultimi mesi. Si sostiene esista una causa storica che ci abbia portato al "gender" e che essa sia riconducibile ad un'eccessiva libertà offerta alle donne. Si sostiene che nel 1884 la «lotta della donna conto l'oppressione dell'uomo» abbia causato «l'eliminazione delle differenze fra uomo e donna». Nel 1950 sarebbe poi nata l'idea che «l'essere umano è il risultato della cultura per cui la mascolinità e la femminilità sono costruzioni sociali dipendenti dal contesto culturale dei periodi storici». Nel '68 si sarebbe poi chiesto che il «progresso scientifico liberi la donna dalla schiavitù della maternità e da una sessualità finalizzata alla procreazione». Infine nel 1995 la conferenza mondiale di Pechino avrebbe promosso il termine "gender" per sostenere che sia stata «l'influenza culturale ad avere attribuito all'uomo determinate caratteristiche (virilità, forza) e alla donna (maternità, accoglienza). Ma queste caratteristiche non fanno parte dell a natura della persona». In altre parola, la figura corretta della donna a cui vorrebbero ispirarsi è quella antecedente il 1884.

Il documento sostiene poi che «Money è il pioniere medico del gender; Judith Butler è l’iniziatrice della teoria del queer secondo la quale ogni soggetto è libero d i assumere qualsiasi identità. La De Bevoir conia lo slogan "donna non si nasce, lo si diventa"».
Alla fine sempre lì si torna, quasi come se i gruppi omofobi provassero un piacere morboso nel sostenere che la loro controparte sostenga che l'orientamento sessuale si scelga. Peccato che la controparte sostenga l'esatto contrario. Tant'è vero che è dalle loro file che c'è sempre qualcuno pronto a sostenere che i gay possano "diventare" etero se affidati nelle mani di un qualche prete: i gay dicono che non è possibile ma loro insistono. Eppure poi dicono che sono i gay a voler rendere l'orientamento sessuale una scelta. Non è forse una contraddizione?

Un altro capitolo afferma che «l'idologia gender» voglia riscrivere i dizionari. «Inventi una parola, le assegni il significato che più ti aggrada e il gioco è fatto! Ma non finisce qui: l'operazione continua con i termini che già usiamo correntemente; essi vengono presi, svuotati del loro significato originario e poi riempiti di nuovo con la semantica che si ritiene più opportuna; in maniera tale che se noi ad esempio parliamo di famiglia, di matrimonio, di amore non siamo più in grado di comprenderci a meno di non fare mille precisazioni un tempo inutili».
Anche in questo caso pare se la stiano prendendo con loro stessi. Sono loro ad aver coniato nuovi termini creati con lo scopo di creare dei distinguo che li portassero ad auto-attribuirsi presunti privilegi. Per gli altri una «famiglia» è una famiglia. È chiaro che il termine finisca con l'andare stretto se a quel significato vogliono includere concetti esterni come l'orientamento sessuale.

Non poteva poi mancare il capitolo in cui si sostiene che «le caratteristi che dell'identità sono fluide, variabili nel tempo». La loro teoria è che una persona si alzi la mattina e "decida" chi essere. Insomma, una follia pura che cerca di ridicolizzare processi assai più complessi ed indubbiamente prolungati nel tempo.
Dicono che «ai genitali è collegato l’aspetto della sessualità biologica (sex) e rappresenta l'aspetto che riguarda l'apparato riproduttivo, il dato biologico di natura, la connotazione genetica. Al cervello è collegato l’a spetto dell’identità di genere (identity) e rappresenta l'interpretazione di se stesso come appartenente ad un certo genere (anche in maniera scissa rispetto al dato biologico). Al cuore è collegato l’aspetto dell’orientamento sessuale (attraction) e rappresenta l’attrazione fisica verso gli altri. All'espressione è collegato l’aspetto dell’atteggiamento esteriore (expression) e rappresenta il modo di comunicare verso l'esterno. Queste caratteristiche sono da sempre state considerate un tutt'uno, per cui il processo di formazione dell'identità consiste nella sovrapposizione di questi aspetti di modo che vadano a collimare. La teoria del gender, al contrario, considera questi quattro aspetti come completamente scissi e disgiunti e non correlati tra loro, per cui ciascuno si può muovere nella propria direzione indipendentemente dagli altri».
È bello vedere come siano stati lì a trovare termini esotici per poi chiudere il discorso con il più classico dei preconcetti: esiste un modo giusto di essere e il resto deve essere rifiutato o attribuito ad una qualche ideologia.

La loro teoria che le scuole abbiano diviso gli studenti in fasce d'età ed abbiano predisposto corsi di masturbazione collettiva. Dicono che da 0 a 4 anni l'Oms vuole imporre la masturbazione precoce ai bambini, da 4 a 6 anni gli vogliano insegnare amore verso persone dello stesso sesso; da 6 a 9 anni ci saranno corsi di contraccezione ed auto stimolazione mentre dai 9 ai 12 si insegnerà la libera scelta del partner e la gestione di gravidanze indesiderate.
Ma stiamo scherzando??? Possibile che si possa credere a simili stupidaggini senza neppure essere tentati di andare a verificare le fonti?

Nel documento dell'Oms (alle pagine 24 e 25) viene chiaramente spiegato che «nell'affrontare il comportamento sessuale di bambini e ragazzi, è importante tenere presente che la loro sessualità è diversa da quella degli adulti e questi ultimi non dovrebbero prendere in esame il comportamento sessuale di bambini e ragazzi dal proprio punto di vista adulto».
Riguardo ai bambini da 0 a 4 anni si dice semplicemente che «in questo periodo cominciano a scoprire il proprio corpo (masturbazione della prima infanzia, autostimolazione)». È evidente che non si stia parlando della masturbazione degli adulti ma si stia semplicemente suggerendo che se un bambino si tocca il pisellino per cercare di capire che cosa sia quella strana cosa, l'atteggiamento giusto non sia quelli di tirargli un ceffone nel considerare peccaminoso il suo gesto.
E che dire delle «gravidanze indesiderate»? Magari il termine sembrerà poco piacevole, ma il senso è quello di informare gli adolescenti sul rischio che un rapporto sessuale non protetto possa portare a gravidenze o infezioni. Si può vivere su un altro pianeta e pensare che i ragazzi non facciano sesso o si può affrontare il tema e fornire le giuste informazioni. Riguardo all'«indesiderate», sarebbe interessante capire quanti di quei genitori farebbero i salti di gioia se la figlia adolescente tornasse a casa con il pancione...
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