Unioni civili: tagliati 2000 emendamenti ma altrettanti dovranno essere discussi


La Commissione Giustizia del Senato ha esaminato i 4.320 emendamenti presentati contro la proposta di legge sulle unioni civili: tra ritiri e testi scartati per inammissibilità, restano ancora circa 2.000 emendamenti che dovranno essere discussi.
Dal suo sito Monica Cirinnà spiega che «la gran parte degli emendamenti colpiscono il titolo 1 (Unioni civili), mentre quelli sul titolo 2 (Regolamentazione delle convivenze) sono quasi tutti soppressivi. Gli emendamenti del Pd sono pochissimi, mentre la grande massa degli ostruzionistici è di Ncd e FI».

Fortunatamente la sforbiciata ci eviterà un'umiliazione delle istituzione attraverso la discussione degli emendamenti deliranti che alcuni politici avevano proposto quasi come prese in giro (si pensi anche solo a come Giovanardi proponesse di definire le famiglie gay come «amicizie fra concubini») ma non c'è dubbio che ci sia ancora tanto lavoro da fare.
«Il calendario non è semplice -ricorda Cirinnà- poiché la commissione, se non saranno accolte le nostre richieste di sedute notturne, si riunisce normalmente solo 3 volte a settimana; poiché prima di votare gli emendamenti i firmatari possono fare dichiarazioni di voto, prevedo dei tempi lunghi. La mia speranza è di arrivare in aula del Senato per l'approvazione nella seconda metà di luglio».

Nella prossima seduta si cercherà di ottenere il voto della maggioranza che si è costituita in commissione (formata da Pd, M5s, Sel, gruppo misto e socialisti) nella speranza di riuscire a respingere gli emendamenti negativi che tendono alla riduzione dei diritti, alla derubricazione dell'adozione del figlio del partner e alla soppressione del titolo 2. Fortunatamente qualcuno ha anche proposto emendamenti migliorativi, come il senatore Sergio Lo Giudice che ha chiesto l'aggiunta di un terzo titolo denominato "Norme sulla responsabilità genitoriale".
Perché si possa giungere ad un'approvazione della legge in autunno, fondamentale sarà far uscire dal dal Senato un testo blindato che sia approvato dalla Camera senza modifiche.

Monica Cirinnà ha anche voluto spiegare che «il lavoro che sto svolgendo ha messo profondamente in discussione la mia coscienza, perché essendo favorevole da sempre al matrimonio egualitario, so che il testo su unioni civili resta di fatto riduttivo e parzialmente discriminatorio. Le leggi sono strumenti spesso formali e freddi, per questo sento su di me una grandissima responsabilità, quella di riuscire a rappresentare in Parlamento il grande lavoro ed il confronto sempre costruttivo fatto con le associazioni Lgbt, e ancor di più l'immensa varietà di forme che l'amore e la famiglia possono avere, l'urgenza della vostra richiesta di libertà, la grandezza del vostro desiderio di uguaglianza, di inclusione, di rispetto».
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