Gli organizzatori del Family Day dicono di aver bloccato le unioni civili: l'ostruzionismo agli emendamenti gli concederà 15.000 minuti


«La battaglia è vinta». È quanto scrive su Facebook Mario Adinolfi mentre si gongola nel dire che i diritti delle persone gay verranno negati e che grazie all'ostruzionismo del Ncd «di questo passo finiranno nel 2017». Si dice certo che passerà una buona estate perché sa che se un gay dovesse morire domani, il suo compagno non avrebbe diritti e suo figlio verrebbe reso orfano. Insomma, a riempirlo di gioia èpè la consapevolezza di come i gay continueranno ad essere considerati meno di zero dallo Stato (mentre lui si pascerà dei diritti che già ha e che si guarda bene dal mettere in discussione).

Gli fa eco Simone Pillon, segretario del comitato presidente del Forum delle associazioni familiari dell'Umbria, che su Facebook scrive: «Onore al merito per i senatori Carlo Giovanardi e Malan che ieri sera con il loro ostruzionismo hanno bloccato il ddl cirinnà facendo votare 3 emendamenti su 1500». Vanta anche come «qualche buon centinaio di emendamenti sono i miei» e al grido di «Vai Carlo, blocca tutto» calcola che «10 minuti per ogni emendamento, 1500 emendamenti, ne abbiamo minimo per 15000 minuti che in ore fa circa 2500 cioè 100 giorni e rotti facendo solo quello».

Intanto dinnanzi al Senato ha avuto inizio anche la vergognosa raccolta firme organizzata dal Family Day che, ancora una volta, ci mostra chiaramente come a nessuno di loro freghi nulla dei bambini o delle donne che partoriscono in India: l'obiettivo è impedire che due gay possano avere i loro stessi diritti.
Sul modulo per la raccolte firme è presente un testo a caratteri minuscoli che svela le carte. La richiesta è infatti quella di «fermare le unioni civili previste dal ddl Cirinnò e ogni forma del riconoscimento del matrimonio, dell'adozione e della stepchild adoption per le coppie gay». Dunque nulla che riguardi i loro figli ma solo norme che negano i diritti dei figli altrui.

Più sotto si sostiene che:

Il Comitato "difendiamo i nostri figli", che il 20 giugno ha riunito un milione di persone in piazza S. Giovanni, chiede oggi al popolo delle famiglie italiane un nuovo gesto di partecipazione. Al Senato è in discussione il disegno di legge sulle "unioni civili" (c.d. “Cirinnà" dal nome della relatrice), che equipara le unioni fra persone
omosessuali al matrimonio, inclusa la possibilità di adozione: riconosciuta questa, per le coppie dello stesso sesso sarà possibile anche la fecondazione eterologa e l'utero in l’affitto, cioè l’acquisto di bambini come se fossero oggetti e la utilizzazione del corpo di donne costrette a tanto dalla miseria e dallo sfruttamento. Chiediamo la vostra firma e la vostra e-mail per fermare questa barbarie.
L'Italia resiste ancora in Occidente: il diritto del bambino a una famiglia non può essere sostituito dal “diritto al figlio” degli adulti. Le persone omosessuali hanno già nell’ordinamento italiano un’ampia gamma di diritti riconosciuti, dall’assistenza sanitaria alla successione nella locazione, dal risarcimento dei danni alle tutele penali, ma i bambini hanno il diritto fondamentale di nascere, crescere e vivere con la loro mamma e il loro papà. Con la vostra firma noi chiederemo al Parlamento di sospendere l’esame del disegno di legge e di rispettare il superiore interesse dei minori. Ci autorizzate altresì a conservare il vostro indirizzo e-mail e a inviarvi successive comunicazioni, fermo il diritto di cancellazione da richiedere in qualsiasi momento come per legge.

Dopo aver mentito per l'ennesima volta sui numeri della partecipazione (per contenere un milione di persone sarebbero state necessarie 16 piazze San Giovanni ed anche i documenti dell'organizzazione affermavano chiaramente che lì non sarebbero potuto entrare più di 300mila persone), si spolvera la solita litania sulla maternità surrogata. Questa volta, però, è molto più evidente del solito hche sanno bene come quella pratica sia tranquillamente accessibile alle coppie eterosessuali, motivo per cui chiedono che sia impedita ai gay attraverso la negazione di uguali diritti. Ovviamente si usano poi i soliti toni diffamatori, ma la realtà è che Adinolfi potrebbe andarsene in India domani e potrebbe avere tutti i figli che vuole nella certezza che lo stato li riconosca tutti. Se un gay che ha invece avuto un figlio da una precedente relazione sa che suo figlio non potrà avere alcun diritto sul compagno.

Più chiaro sul concetto è Stefano Lepri (Pd) che nel suo appoggiare le tesi del Family Day ha chiaramente notato come i figli delle coppie gay si vedano negati alcuni diritti. La sua tesi, però, è stata che quei diritti siano sacrificabili nel nome della necessità di impedire che su un documento dello stato civile possano figurare due genitori dello stesso sesso. Quindi è evidente che il comitato non voglia difendere i propri figli, ma voglia semplicemente punire e discriminare i figli altrui (non certo nell'interesse del minore).

In conclusione non poteva poi mancare il solito sostenere che i gay abbiano già tutti i diritti che loro sono disposti a concedergli (ossia nessuno) e che i privilegi debbano necessariamente essere assegnati sulla base dell'orientamento sessuale delle persone. Poi la clausola finale mostra la volontà di dar vita ad un database di indirizzi omofobi da poter contattare ogni qualvolta si vorrà calpestare la dignità e di diritti delle persone lgbt.

La raccolta firme verrà condotta anche online e -come abitudine di questi gruppi- l'organizzazione ha scelto di non utilizzare una piattaforma indipendente che potesse garantire l'imparzialità ma ha preferito affidarsi al sito dell'associazione Provita Onlus. Il loro modulo, infatti, non prevede alcuna verifica delle informazioni inserite, può essere manipolato dagli amministratori e incoraggia a firmare più volte utilizzando sempre lo stesso indirizzo email.
Confermata è anche la backdoor che permette di modificare il fine della petizione semplicemente scrivendo ciò che si vuole nell'indirizzo della pagina. Ciò potrebbe tranquillamente offrire la possibilità di frodare le persone nel far credere loro stiano firmando un qualcosa a sostegno di altre tematiche.
7 commenti