Luigi Amicone: Pasolini è con me, i gay sono come l'Isis e i giudici di Strasbugo sono neo-fascisti


Un buon giornalista dovrebbe basare le informazioni sui fatti, eppure Luigi Amicone pare non esistare a spacciare per notizie delle pure illazioni. Il direttore di Tempi si è infatti lanciato nel sostenere ciò che Pasolini penserebbe dei matrimoni gay (se solo non fosse morto nel 1975, ossia quarant'anni fa).
Amicone parte dal presupposto che essere gay sia un male e sostiene che Pasolini «era molto consapevole della sua condizione umana». Senz alcun pudore, afferma che «oggi Pasolini sarebbe certamente dalla parte di chi contrasta le cosiddette "nozze gay" e l'ideologia delle organizzazioni lgbt». Non esistendo prese si posizione dirette dello scrittore, Amicone cita un'intervista alla sorella del 1995, nella quale la donna dichiarò che «lui non avrebbe mai aderito a un'Arcigay, come mi scrisse: la sua diversità la sentì sempre come una ferita, come un nemico».
Tolta la collocazione storica ed il fatto che la cultura cattolica ha distrutto la vita di numerose persone omosessuale vissute nel secolo scorso, Amicone afferma che «mai, l'omosessuale Pasolini, si sognò di aderire alle organizzazioni omosessualiste. E men che meno Pasolini vide nella relazione tra persone dello stesso sesso quella moneta falsa che oggi il potere del "nuovo fascismo consumista" spaccia e spalma come marmellata di "diritti"».

A quel punto si passa alla presa in giro dei diritti e, attraverso un abuso di virgolette volte a negare ogni dignità alle parole stesse. Scrive:

"Diritti" come il matrimonio «che riconosca e protegga la vita familiare» lesbogaytransgender, per dirla con la recente sentenza della Corte europea dei diritti umani. E che non significa niente, se non il programma (neo fascista, appunto) di sradicamento della realtà naturale di "famiglia" per assecondare la volontà di potenza dell’individuo fluido, intercambiabile, solitario, produttore e consumatore. È stato costruito così, nell'ultimo ventennio occidentale, il doppione falso e da lingua di legno dell'ideologia della cosiddetta "famiglia omoparentale".

Amicone afferma anche che «con le sentenze di una Corte suprema americana, l'ideologia e la legislazione omosessualiste sono diventate propaganda e norma ufficiale dell'Occidente. Quasi che in Occidente non esistesse più altra umanità se non quella rappresentata dalla comunità Lgbt e dal suo vessillo multicolore dalla pulsione totalitaria». Si sostiene che in alcune nazioni «l'agenda lgbt ha trionfato imponendo il suo califfato persecutorio di ogni pensiero controcorrente, l'inquisizione via web, giornali, tribunali e denuncia con conseguente perdita del lavoro, di chiunque creda ancora nella diversità dei sessi e nella famiglia naturale».

Il paragone con l'Isis pare essergli piaciuto così tanto da ribadire il concetto più volte: «la apparentemente mite e multicolore bandiera che trionfa in terra occidentale -dice- ha analoga funzione del vessillo nero che sventola in terra musulmana».
Sostiene che chi non accetta di sentirsi inferiore (così come loro dicono si sentisse Pasolini) e chi chiede pari diritti sia da considerare un nemico da abbattere perché contrario all'ideologia di chi vuole che esistano privilegi basai sull'orientamento sessuale. Parla di una «straripante intolleranza, uniformità, pensiero unico e censura che essa sta determinando a ogni livello delle società democratiche» e sentenzia che «l'ideologia e la legislazione omosessualiste non sono un programma di liberazione e di emancipazione delle persone. Sono uno strumento di asservimento della società a una élite che punta a distruggere le strutture e le norme comunitarie millenarie con cui uomini e donne hanno edificato il mondo comune».

Amicone non manca di sostenere che sia la natura a dire che gli omosessuali debbano contare meno di tutti gli altri perché «per natura e per quanto sia oggi in crisi, l'alleanza uomo-donna è fatta per la "natalità", per procreare, per ospitare e per proteggere ogni nuova vita che entra nel mondo». Detto che il matrimonio è creato solo per procreare (anche se è evidente che non sia così) si passa gli insulti:

L'ideologia omosessualista, al contrario, è fatta per "consumare" il mondo comune. Per natura l'omosessualità è la negazione della possibilità di ogni nuova vita e il suo contenuto si esaurisce nell'orizzonte della coppia. Che significa infatti che «l’amore è l’amore», stupidissimo leitmotiv obamiano, come se il matrimonio, da che esiste come istituzione sociale, fosse una forma di discriminazione e apartheid? Significa semplicemente che l'amore è l'amore. L’amore della gattaia per i suoi gatti è l'amore. L'amore di un nipotino per sua zia è l'amore. L'amore per gli amici è l'amore. Dunque, si dovrebbe estendere l’istituto matrimoniale ad ogni genere di trionfo amoroso?

Si sostiene poi che «l'ideologia lgbt» chieda il matrimonio egualitario perché «essa è ormai una ideologia di establishment finanziario e di industria capitalistica che comanda e sposta verso la propria agenda con la sua propaganda masse enormi di consumatori. Scimmiottando la relazione naturale tra un uomo e una donna, imitandone le movenze e travestendone le sembianze, l'ideologia omosessualista non ha l'obiettivo di emancipare le persone omosessuali, bensì ha la funzione sociale di destrutturare le relazioni primarie. Essa è totalmente indifferente alla promozione umana, ma è potentemente orientata a ciò che la persona può produrre e consumare se sciolta dai legami originari e naturali».
Si sostiene che qualcuno voglia rendere tutti gay perché «i gay spendono e consumano il triplo di quello che spendono e consumano le famiglie» e si sostiene che qualcuno voglia «ottenere con il matrimonio tra persone dello stesso sesso anche una legittimazione della produzione capitalistica di nuova umanità».
Ci si lamenta così che se il diritto matrimoniale verrà esteso anche alle coppie gay, non sarà più prerogativa dei solo eterosessuali il poter accedere all'adozione «dei bambini in utero di donne schiave e si dovranno produrre sempre più bambini in laboratorio, con tutto l’indotto di ricerca, farmaci, tecnoscienza».

A quel punto si arriva all'argomento cardine, ossia il sostenere che la famiglia potrà avere un futuro solo se si voteranno i partiti di destra. Si sostiene infatti che «la sinistra politica e il suo regime di omologazione mediatica la mosca cocchiera di questo processo di omosessualizzazione dell'Occidente» e che siano colpevoli dell'esistenza dei centri sociali, dei black bloc, dei rave party e della legalizzazione della marijuana. Amicone non manca poi di affermare che la sinistra voglia «la riduzione di uomini e donne a monadi. Liquidi che si mescolano ma non si fondono perché il loro destino deve essere solo ed esclusivamente produttivo e consumistico».

Si passa poi a al sostenere che se i diritti dei gay non verranno calpestati e che se l'Occidente non baserà le proprie politiche nel garantire privilegi basati sull'orientamento sessuale, il mondo vedrà la fine:

Barack Obama passerà alla storia solo perché ha abbracciato questa crociata prometeica che si è incaricata di sradicare princìpi elementari che sono sempre stati nell'ordine della natura umana e delle legislazioni civili umane, praticamente da che l’uomo è uscito dalla caverna di Platone. L'omosessualità è sempre esistita. Ma mai nessuna civiltà e nessuna cultura avevano immaginato prima di oggi la tragica ridicolaggine del matrimonio tra persone dello stesso sesso e, tranne i tiranni pazzi, "famiglie" con due mamme o due papà con figli generati su commissione. E mai nessuna civiltà, come ci ha ricordato il cardinale Carlo Caffarra, «è sopravvissuta alla nobilitazione della omosessualità». Oggi che colonialismo e imperialismo non hanno più miniere d’oro e territori geografici da sfruttare (o meglio, l’Africa, ampie aree dell’America Latina e dell’Asia sono ancora a disposizione delle multinazionali, ma la penetrazione capitalistica in questi casi si scontra con la geopolitica e il conflitto, per vie dirette o interposte, vedi Medi Oriente e Pacifico, tra le grandi potenze Stati Uniti, Cina, Russia), il disegno imperiale e la logica del profitto capitalistico si spostano direttamente sullo sfruttamento delle pulsioni di individui isolati e costantemente bombardati di offerta consumistica, indipendentemente da ogni valutazione di natura razionale, morale e perfino –come consiglierebbe lo sguardo preoccupato a un mondo egemonizzato dal caos dell’ideologia gender– di pura e semplice ecologia umana.

A quel punto si passa ai consigli pratici ed invita i suoi lettori a ribellarsi con ogni mezzo ai diritti dei gay, lavorando perché siano considerati inferiori ed immeritevoli di qualunque tutela giuridica. Invita i suoi seguaci ad «opporsi all'irrazionalità e alla violenza consumistico-nichilista con cui il Potere combatte oggi senza tregua la famiglia naturale, l'alleanza uomo-donna, la cellula primaria di ogni tempo e ogni società». Afferma anche che la cristianità e la civiltà trovino la loro massima espressione nel Family Day e nella Manif Pour Tous (ossia in chi lascia che Tempi possa parlare a loro nome dopo essersi lasciati spaventare da fantomatiche ideologie che neppure esistono).

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