Secondo Malan, in rispetto al matrimonio le unioni di comodo saranno con persone dello stesso sesso


Il senatore Lucio Malan (Forza Italia) vuole impedire con ogni mezzo il riconoscimento delle unioni civili tra persone dello stesso sesso. Non solo risulta il firmatario di ben 700 emendamenti (tra cui anche alcune palesi prese in giro), ma ora si è lanciato nel presentare una «relazione alternativa» sui costi delle unioni civili.
L'evergreen del patito di Alfano è infatti il sostenere che il provvedimento costerebbe troppo e che gli eterosessuali possano avere un ritorno economico se escluderanno parte della cittadinanza dai loro stessi diritti. Ma dinnanzi ai conti del Ministero dell'Economia (che ha evidenziato come i costi sarebbero irrisori), il loro castello di carte pareva destinato a cadere, motivo per cui Malan è corso ai ripari ed ha diffuso le sue cifre.

Nella sua relazione si mette in dubbio che il Ministero dell'Economia sappia far di conto, lamenta che le proiezioni non abbiano preso in considerazione almeno i prossimi 45 anni e via discorrendo. Il tutto per arrivare a sostenere che «la spesa a regime per la sola reversibilità dovrebbe essere di 55 miliardi».
Ma se i costi non dovrebbero mai essere un pretesto per negare dei diritti (sulla stessa scia potremmo allora dire che l'abbattimento delle barriere architettoniche è un costo da eliminare perché utile solo ad una minoranza), l'assurdità raggiunge il suo apice quando Malan scrive:

Si sa che, già oggi, vi sono persone che si sposano per il solo scopo di avere benefici fiscali, lavorativi (trasferimenti, titolo preferenziale per concorsi…) e, soprattutto, per la pensione di reversibilità e la cittadinanza italiana. Il testo in esame è suscettibile di dare un grande impulso a questa tendenza per tre motivi:
  • Estende la possibilità alle coppie dello stesso sesso.
  • Non si tratta nominalmente di "matrimonio" –istituzione antichissima con un grande significato simbolico, verso la quale ci sarebbe una ritrosia maggiore per motivi di morale e immagine pubblica– ma di "unione civile", che lo stesso testo non definisce cosa sia. In pratica, da molti sarebbe visto come "una cosa che si fa in Municipio; che, se uno muore, passa la pensione all'altro".
  • La quasi contemporanea forte riduzione dei tempi per divorziare rende ulteriormente appetibile l'unione (oltre che il matrimonio) di comodo.

Insomma, il senatore pare sostenere che un etero si sentirebbe a disagio nello sposare una donna per convenienza, ma non avrebbe problemi a sposare un uomo per i medesimi motivi ritenendo che ciò possa andare a beneficio della sua «morale e immagine pubblica».
Se l'assordita dell'affermazione si commenta da sé, ci sarebbe da domandare a malan perché mai non si schieri a sostegno del matrimonio egualitario se considera un rischio l'unione ghetto che il suo partito ha voluto creare...
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