Napoli: insultato e picchiato sul posto di lavoro perché gay


A pochi giorni dalla gravissima aggressione omofonica di Genova (peraltro oggetto di derisione da parte di una certa stampa cattolica) la cronaca ci racconta la storia di un altro atto di inaccettabile violenza. La vittima è un ragazzo napoletano di 21 anni che è stato aggredito e insultato sul posto di lavoro semplicemente perché gay.
Il ragazzo ha raccontato di essere stato più volte insultato dalla figlia del proprietario. La donna non esitava a dargli del «femminell e merd» o «ricchione di sfaccimm» anche dinnanzi ai clienti, sino a quando la vittima non ha deciso di chiedere spiegazioni per quell'atteggiamento. Al posto di rispondergli, la donna ha iniziato a picchiarlo violentemente con una stampella sulla mano e sul braccio.
Portato al pronto soccorso dell'ospedale Pellegrini di Napoli, al giovane è stata data una prognosi di 8 giorni per una profonda ferita alla mano destra e varie lesioni al braccio sinistro.

La notizia è stata resa nota da Arcigay Napoli che, attraverso una nota, si augura che «la magistratura possa fare presto luce su questa aggressione brutale in cui convergono sia elementi di reiterato odio omofobico sia la situazione critica e vessatoria a cui sono sottoposti tanti giovani lavoratori, costretti dalla necessità, ad accettare situazioni di lavoro vessatorie e inumane. A tal proposito urge ricordare che un protocollo di collaborazione è stato virtuosamente stretto da Arcigay Napoli e la UIL, sindacato che ha attivamente partecipato, anche grazie al Coordinamento Diritti UIL, alla realizzazione di diversi eventi e progetti legati ai diritti e al benessere lavorativo delle persone lgbt».
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