Provita contro le emoticons gay-friendly di Apple: «dietro la loro ideazione c’è una strategia ben precisa»


Sappiamo tutti che esistono stretti rapporti fra l'associazione Provita e la Russia di Putin. Sappiamo come sedessero al tavolo anti-gay del World Congress of Families e sappiamo come per mesi abbiano organizzato incontri per sostenere che la Russia rappresenti il massimo livello di cristianità a cui aspirare. Incredibile, però, è che si possano lanciare a difendere strenuamente le presi di posizione più assurde dei loro politici.
Un loro articolo racconta la vicenda del politico russo che vuole vietare le emoticons gay, sostenendo che l'omofobia che porta migliaia di persone a essere perseguitate o persino uccise non esista: «In Russia -dicono sono vietati i gay pride e la promozione dell'ideologia omosessualista verso i minori, ma esistono i locali gay e non si legittima affatto la violenza o la discriminazione verso le persone».
Negata l'evidenza e plaudita l'omofobia si stato che porta milioni di giovani gay russi a vivere nella paura e nella violenza, affermano che «l'osservazione di Marchenko nel civile e democratico mondo occidentale meriterebbe, nella migliore delle ipotesi, una risata e nella peggiore una sanzione. Dalle parti di Mosca, invece, è stata presa in considerazione senza problemi, tanto che sono partite le indagini per verificare se effettivamente i bambini e i più giovani (di gran lunga i maggiori fruitori di smartphone e social) potrebbero incorrere in qualche pericolo. Denis Davydov, esponente del partito Russia Unita e capo della sua sezione giovanile, ha annunciato, ad esempio, di voler chiedere la consulenza di psicologi e specialisti per verificare se nella fattispecie sussista o no il rischio di propaganda omosessualista».

Ma l'incredibile giunge nelle righe seguenti, nelle quali l'associazione integralista afferma che:

Certo, di fronte a tutto quel che accade nel mondo, le emoticon gay non sono il problema principale, ma anche dietro la loro ideazione c’è una strategia ben precisa. Aver introdotto l’omosessualità pure lì da parte di Apple e dei social network non è un caso. L’obiettivo è rendere tutto normale, stigmatizzando chi vi si oppone seguendo la propria sensibilità religiosa, il proprio libero pensiero e più semplicemente il proprio buon senso. La propaganda passa anche e soprattutto attraverso dettagli apparentemente innocui e irrilevanti: così funziona il lavaggio del cervello. Cadendo ripetutamente sempre nello stesso punto, la goccia scava la roccia.

A dirlo è un giornale che da più di un anno cerca di alimentare paura verso un qualcosa di inesistente che loro chiamano «ideologia gender». Se la propaganda scava goccia dopo goccia, forse c'è da chiedersi perché non rivolgano il loro sguardo all'interno della loro associazione.
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