Intervista ad Immanuel Casto
Venerdì scorso è uscito il nuovo album di Immanuel Casto, intitolato "The Pink Album". Il riferimento è al rosa che contraddistingueva il triangolo utilizzato dai nazisti per etichettare gli omosessuali nei campi di sterminio, indicando come la sua ironia sia finita anche con il toccare anche molto seri riguardo all'omosessualità. Nell'occasione, lo abbiamo incontrato.
Ti va di raccontarci qualcosa sulle tue origini artistiche?
Ho iniziato a scrivere canzoni durante l'adolescenza per passione, per gioco. Poi a 17 anni ho iniziato a fare teatro fino all'esplosione sul web. Ho costruito la mia carriera passo per passo. Artisticamente ho sempre cercato di non prendermi troppo sul serio, ma attorno al 2009 ho iniziato a prendere sul serio questo lavoro. È arrivato il manager, poi la distribuzione e infinei tour nazionali.
Perché hai scelto di ricorrere al sesso esplicito come tema ricorrente delle tue canzoni?
All'inizio non si è trattato tanto di una scelta. Credo di parlare di sesso per lo stesso motivo per cui Dario Argento fa film horror o Quentin Tarantino fa film violenti. Avevo un gusto per il torbido e il trasgressivo, soprattutto per quanto riguarda l'umorismo. Con il tempo però il mio si è trasformato in un progetto di comunicazione. Racconto la società nei suoi aspetti più grotteschi e inevitabilmente i nostri costumi sessuali finiscono nel mirino. E poi poche storie: il sesso mi piace.
Il tuo nuovo album è stato lanciato con il singolo "Da grande sarai frocio". Com'è nato quel testo?
Il pezzo nasce da un’idea di Fabio Canino. Ci siamo conosciuti nel 2009, quando Fabio presentò durante lo show di chiusura del Gay Pride Nazionale. Abbiamo sembra avuto una forte stima reciproca, sebbene io abbia sempre un certo timore reverenziale.
L'anno scorso venne ad assistere ad un mio concerto a Roma e nel backstage mi disse “ho un'idea per una canzone”. Era un'idea saccate e politicamente scorretta. Potevo non amarla? Qualche mese dopo è nato il brano di cui sopra.
La canzone è la voce di un adulto che si rivolge ad un giovane omosessuale e lo invita ad accettarsi.
Il finale del brano è un esplicito invito al coming out. Secondo te, perché è importante dichiararsi?
È assolutamente fondamentale. Innanzitutto si vive meglio, ma ha anche una grande importanza sociale. Se tutti gli omosessuali si dichiarassero, ogni eterosessuale si ritroverebbe con decine di amici, colleghi e parenti omosessuali e allora crollerebbero tutti gli stereotipi. Chiunque capirebbe che occupiamo un posto nella società e meritiamo gli stessi diritti di qualsiasi altro cittadino.
Ritieni che l'ironia possa risultare una buona arma per affrontare i temi sociali?
È vero che l'ironia non è per tutti, richiede un certo grado di intelligenza. Ma riuscire a veicolare un messaggio importante facendo anche ridere è sempre un goal. Prendiamo “Da grande sarai frocio”: Se avessi fatto una canzone politicamente corretta, questa non avrebbe avuto lo stesso appeal (e sarebbe stato un tradimento verso il mio stile). Certo, avremmo apprezzato un messaggio contro l'omofobia, ma l'avremmo ascoltata e riascoltata ridendo e condividendola? In questo modo ad essere stato condiviso è un profondo messaggio di auto-accettazione.
Recentemente hai baciato Filippo Timi in un episodio de "Il Candidato" e si è molto sottolineato come sarebbe poi stato trasmesso in fascia protetta. Cosa provi dinnanzi a chi si scandalizza davanti ad un gesto così semplice?
Pena. Sono persone ignoranti, spaventate da quello che non conoscono. Vanno istruite e tal fine ben vengano 1.000 baci gay in prima serata.
E a te cosa scandalizza?
L'ipocrisia. Gli omofobi che si rifiutano di riconoscere i diritti delle famiglie lgbt e che dicono “dobbiamo proteggere i bambini” mi sembra che siano gli stessi che festeggiano quando affonda un nave di immigranti piena di bambini. Ma poi proteggere i bambini da cosa? dai preti se mai.
Sei favorevole o contrario all'introduzione del matrimonio egualitario?
Come potrei essere contrario? E non perché sono omosessuale, ma perché non sono stupido. Io sono tra gli ottimisti. E sono proprio le crescenti manifestazioni di omofobia ad incoraggiarmi. Gli omofobi sentono che stanno per perdere, perché sono dal lato sbagliato della storia, come lo erano gli schiavisti o i detrattori del voto alle donne. Non esiste motivazione razionale per vietare i matrimoni gay. Nessuna. Esistono solo posizioni dogmatiche di persone che hanno barattato la capacità di ragione con la fede nel paranormale e nella mitologia. Per loro non c'è speranza, ma sono destinate a diventare ininfluenti nel giro di poche generazioni.
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