Isola delle Femmine: una piazza stracolma ascolta l'informazione dopo il terrorismo di Amato


È una piazza strapiena di gente quella che ha accolto il convegno di informazione organizzato da alcune associazioni locali a Isola delle Femmine dopo la disinformazione portata in piazza da Gianfranco Amato. Il tutto solo grazi al passaparola, senza sostegni politici o promozioni da parte di parroci... e già questo basterebbe a far capire come l'Italia chieda chiarezza nei confronti del terrorismo predicato attraverso convegni propagandistici a senso unico, organizzati con modalità per cui nessuno possa contestare la discutibile verità fornita dal relatore.
A raccontare la verità sul gender si sono susseguiti sul palco personaggi qualificati come Giuseppe Russo (ricercatore), Claudio Cappotto (psicologo e psicoterapeuta dell'Università Federico II di Napoli), Gaetana D'Agostino (psicologa e psicoteraupeuta di AltraPiscologia) e Chiara Oliva (insegnante).

L'insegnante Chiara Oliva ha rassicurato i genitori sul fatto che none esiste alcuna «legge gender» e che la scuola è un posto sicuro per i propri figli. Per capirlo basterebbe anche solo osservare come nessuno sia mai stato in grado di spiegare cosa mai sarebbero quelle fantomatiche "lezioni gender". Forse il fatto che nessuno lo sappia è proprio perché non esistono. Quello che esiste è un progetto di contrasto al bullismo e -sottolinea Oliva- «una scuola scuola che fa attività in classe contro il bullismo è una scuola sana, che protegge i miei figli».
Si è anche parlato di come «il Patto di corresponsabilità è un documento importante che finalmente sancisce l'alleanza educativa tra genitori, insegnanti e studenti» e che pertanto «è da firmare» anche se qualcuno suggerisce il contrario proprio per far passare l'idea che la famiglia debba essere in contrasto con la scuola.
D'Agostino si è invece occupata di spiegare perché non ci sia nulla da temere nei confronti delle guide linee dell'Oms. Si è spiegato come si tratti di un «documento scientifico per esperti» e che «le estrapolazioni sono scorrette». Vien da sé, infatti, che un documento divulgativo avrà cura di contestualizzare e spiegare ogni singola parola, un documento rivolto ai colleghi sarà invece propenso a dare per assodato che i termini vengano recepiti con il loto significato tecnico.
La psicologa ha ha infatti sottolineato come «decontestualizzando, si distorce la realtà creando terrore gender». Tant'è che «per OMS l'educazione sessuale deve essere adeguata all'età, altro che "masturbazione a 4 anni"!». D'Agostino ha poi sottolineato come il compito della scuola sia quella di «aiutare i bambini a sviluppare una sessualità sana, con un approccio positivo» e come «sull'ignoranza non si è mai strutturata alcuna virtù». «L'educazione sessuale a scuola evita insegnamenti cattivi e distorti e insegna il rispetto».
Claudio Cappotto ha notato che «questo clima d'odio ha delle vittime, le persone lgbt» e teme che «quest'anno nelle scuole ci sarà più bullismo omofobico, perché si avrà paura di contrastare l'omofobia».
Ha argomentato anche come «Nessuno può influire sull'identità sessuale di un bambino. Nessuno. Mai. Si può solo accettare e aiutare a riconoscersi». Parlare di "insegnamenti" in tal senso è dunque una forzatura, così come è disonesto far finta di non capire cosa si intenda come gli stereotipi di genere: «Il contesto sociale e storico influenza il modo di essere maschio o femmina. Ecco l'identità di genere».
Poi, dato che si era ad un dibattito e non un comizio, la parola è stata al pubblico in modo che chiunque potesse esprimere i propri dubbi o portare il proprio contributo.
4 commenti