ProVita lancia una campagna pubblicitaria terroristica: «Genitori: attenzione al gender!»


«Genitori: attenzione al gender! Difendi i tuoi figli». È questo il messaggio terroristico con cui l'associazione Provita intende acquistare omofobia attraverso la diffusione di paure infondate attraverso una nuova campagna pubblicitaria online.
Dopo il vergognoso paginone acquistato sul Corriere della Sera, ora è dalle pagine online de Il Tempo che l'associazione pare violare le più basilari regole della comunicazione attraverso la diffusione di messaggi allarmisti (peraltro rivolta verso un qualcosa che neppure esiste). Appare così evidente il tentativo di alimentare l'odio verso tutti coloro che sono indicati come una minaccia, ossia le istituzioni e chiunque auspichi un mondo più inclusivo in cui i ragazzi lgbt possa vivere senza subire i danni del pregiudizio.
Trattandosi di una pubblicità, doverosa sarebbe stata la presenza di un'avvertenza volta a specificare chiaramente come quella presunta «difesa» non comporti alcun vantaggio per la prole eterosessuale, rischiando però di distruggere la vita (o si spingere al suicidio) quella omosessuale. Giusto perché i genitori sappiano che le rivendicazioni dell'associazione possono condurre anche alla morte.

Intollerabile è poi la modalità di presentazione del messaggio da parte del quotidiano romano. Dopo il vergognoso paginone da loro pubblicato lo scorso sabato per rilanciare le assurde tesi dell'associazione Provita, ora affidano direttamente ad Antonio Brandi (presidente dell'associazione integralista) il compito di scrivere i testi. Ed è anche a margine di articoli propagandotici si propone una pubblicità terroristica che pare messa lì appositamente per cogliere il panico ingiustificato appena creato.
Doveroso è anche notare come le motivazioni addotte da Brandi siano al limite del ridicolo, perché chi grida "Allarmi!" non può poi affermare che:

La Giannini, negando che nella legge sulla Buona Scuola vi siano aperture alla teoria gender, è arrivata a minacciare azioni legali contro coloro che sostengono il contrario. La circolare diramata dal MIUR, checché ne dica il ministro, non ci rassicura per niente: in essa si continua ad usare l’espressione «genere» e non «sesso», quando la nostra Costituzione all’art. 3 parla proprio di «distinzione di sesso».

E questo sarebbe il motivo di tanto allarmismo? Brandi si lamenta che si vogliano prevenire più forme di violenza rispetto alla semplice discriminazione sessuale?
L'impressione è che qui si auspichi che la violenza di genere sia tollerata e che si inciti la violenza verso chi non corrisponde agli stereotipi di genere inculcati dalla società (come potrebbe essere il bullismo verso un ragazzo ritenuto troppo poco mascolino dai propri compagni, ossia un caso non certo riconducibile alla semplice discriminazione sessuale).

Al momento delle verifiche, banner pubblicitario di Provita risulta comparire su tutte le pagine online del quotidiano. Ricordando come l'articolo 8 del Codice di autodisciplina della comunicazione commerciale vieti espressamente «ogni forma di sfruttamento della superstizione, della credulità e, salvo ragioni giustificate, della paura», chiunque volesse segnalare quel banner all'authority può compilare l'apposito modulo incacando che l'annuncio è apparso online sulle pagine de Il Tempo in data 22 settembre 2015 (qui trovare uno screenshot da allegare).
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