Brandi va in Basilicata e la Regione promette azioni di contrasto ai Gay Pride


Sino a pochi anni fa se ne andava in giro insieme a Roberto Fiore (allora esponente di Alternativa Sociale ed oggi presidente di Forza Nuova) ad organizzare convegno nelle sedi di associazioni neofasciste. Oggi è ospite fisso al Senato e gira l'Italia a far approvare le sue leggi.
Stiamo parlando di Toni Brandi, presidente dell'associazione omofoba ProVita Onlus e della meno conosciuta Laogai Research Foundation.
Oggi la sua propaganda omofoba si basa interamente su riferimenti religiosi, eppure nel 2012 l'imprenditore raccontava di essere diventato un sedicente credente solamente nel 1991: «Mi convertii a Londra, dopo una confessione di due ore con father Paul Morgan, un pretino di 27 anni». Padre Morgan è un sacerdote legato a Marcel Lefebvre, il vescovo francese che venne scomunicato da Papa Giovanni Paolo II e che fondò i lefebvriani (ossia quelli che volevano celebrare i funerali di Priebke, giusto per intenderci).
Nonostante oggi abbia cercato di ripulire la sua immagine attraverso un'associazione che si presenta con la rassicurante immagine di un bambino nell'utero materno, tutti i componenti di quell'associazione risultano collegati a gruppi di estrema destra (per intendevi, la sua redattrice che oggi dice che i gay non sono normali e sono pericolo di per la salute pubblica è la stessa che ha fondato con lui anche la Laogai Research Foundation e che lo seguiva nelle sedi di Forza Nuova per presentare il suo libro). Tanto dovrebbe bastare per chiedersi se i vari politici che lo invitano a destra e manca sappiano a chi stiano aprendo le istituzioni pubbliche.
Evidente è come al politico di turno poco interessi chi sia o cosa abbia fatto, ciò che interessa è l'apporto propagandistico che possa portare una persona che ha trovato un modo per legittimare la discriminazione e la violenza di genere. L'associazione di Brandi è infatti impegnata nell'impedire il riconoscimento dei matrimoni gay o qualunque diritto possa riguardare i loro figli, accogliendo il pauso di bigotti ed ignoranti. Il tutto, peraltro, senza aver apportato alcuna nuova idea alla causa integralista.
Non va infatti dimenticato come la fantomatica "ideologia gender" venne già ideata nel 2007 quando l'associazione Scienza & Vita tentò di propagandarla attraverso i suoi quaderni e con il supporto del Vaticano. Ai tempi erano in discussione i Di.Co. e quella era la strategia scelta per tentare di impedirli.
Quell'assurda tesi venne poi accantonata una volta affossati i Di.Co. ma oggi viene riproposta tale e quale. Si parla di "un'emergenza" dinnanzi a ciò che non esiste in campo scientifico e che nell'ultimo decennio nessuno ha mai visto nonostante gli allarmismi lanciati nel 2007 dai gruppi integralisti. Anche qui, la realtà dei fatti dovrebbe far riflettere chi sta ideologicamente ricorrendo ad una menzogna per legittimare tesi folli che possano permettere l'approvazione di vergognose mozioni.

Tra le regioni che hanno deciso di istituzionalizzare l'omofobia c'è la Basilicata, pronta ad invitare Brandi quasi fosse un eroe per il suo impegno nell'impedire pari dignità ad una parte dei cittadini.
È dinnanzi al Consiglio Regionale che l'integralista ha dichiarato: «La vostra mozione è stata meravigliosa, è qualcosa di eccezionale visto che la Basilicata, grazie al lavoro di voi Consiglieri Regionali che l’avete sottoscritta, ha dato una grande lezione al resto della nostra Italia. La vostra mozione è stata ripresa da Veneto, Lombardia e Liguria, che l’hanno fatta propria e conferma la sua validità per poter continuare la nostra battaglia contro ogni attacco che, da più parti, continua ad arrivare alla famiglia, fino a raccontare ai nostri bambini favole come quella che parla di un anatroccolo che vuole diventare donna».

L'incontro è stato voluto da Federico Iadicicco (Fratelli d’Italia) ed è sempre lui pubblicizzare il ciclo di conferenze con cui Brandi cercherà di alimentare l'odio sociale nei confronti delle minoranze attraverso le bugie che è solito raccontare. Ma non solo. Il politico di estrema destra si è fatto scappare anche qualche parola che ben testimonia come il fantomatico "gender" non sia altro che una colossale bufala per attaccare la dignità e il diritti civili di gay e lesbiche: «se dovesse essere confermata l’idea di un gay pride a Matera, nello stesso giorno, alla stessa ora e nello stesso posto organizzeremo un Family Day», ha dichiarato.
I primi firmatari della mozione -Aurelio Pace (gruppo misto) e Franco Mollica (Udc)- hanno invece sostenuto che la Basilicata «può essere un laboratorio per la difesa dei valori della famiglia, perché non vogliamo che la teoria gender entri nelle nostre scuole». Una difesa che a loro dire passerebbe dal limitare il diritto di manifestazione delle persone lgbt oltre all'affossamento di qualunque contrasto alla violenza nei loro confronti.
Mollica sostiene anche che sia necessario «continuare a lottare, informare, portare al dibattito tutti per chiarire, a tutti, che oggi come in futuro la famiglia resta l'ultimo dei baluardi per la salvaguardia di valori e noi continueremo a batterci in tal senso, per far sopravvivere tali valori in Italia». Pace preferisce invece sostenere che «dopo il successo del nostro primo incontro allo Stabile di Potenza e la nostra mozione che vuole gridare il nostro no convinto a tutti gli attacchi contro la famiglia vera, la tradizionale con i figli a chiamare i genitori papà e mamma e non genitore 1 e 2, come vorrebbero le tante identità che vogliono minarla alla base, e con essa il valore forte della famiglia, da sempre una prerogativa dell’identità di un popolo italiano ed europeo, come il nostro ».
La mozione è stata anche firmata dal altri cinque consiglieri regionali: Gianni Rosa (Fdi), Paolo Castelluccio (Fi), Michele Napoli (Fi), Nicola Benedetto (Cd) e Luigi Bradascio (Pp).

Intanto a Potenza si è svolto anche il convegno di disinformazione che ha visto la partecipazione dell'omofobo con Adinolfi, dal titolo "Gender o non gender. Evoluzione o involuzione". Sul palco erano presenti anche alcuni consiglieri regionali e rappresentanti di Ucsi, dei circoli La Croce e la Pastorale Giovanile. In altre parole, è un martellamento ideologico volto a spacciare per credibile tesi che nessuno ha mai formulato (e che l'integralismo ha ideato a tavolino col solo scopo di fermare i diritti altrui e garantirsi privilegi e tornaconti personali).
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