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Anche Wired smaschera le bugie di ProVita contro il riconoscimento delle famiglie gay

Questa volta è l'autorevole rivista Wired a spiegare perché le teorie sostenute dall'associazione ProVita Onlus siano delle fastosità propagandistiche che non hanno alcun legame con la realtà, risultando bugie che paiono scritte con l'unico intendo di alimentare la disinformazione al fine di danneggiare alcune famiglie.
In un lungo articolo di Simona Regina si spiega nel dettaglio l'errore di alcune affermazioni. Ad esempio si parla del ritornello con cui l'associazione di Toni Brandi sostiene che «il principio di uguaglianza impone non solo di trattare allo stesso modo situazioni identiche, ma anche di trattare diversamente situazioni diverse». Peccato che opporsi alle unioni civili e al matrimonio tra persone dello stesso sesso è discriminare dato che l'articolo 3 della nostra Costituzione sanciscano tutti i cittadini hanno pari dignità sociale davanti alla legge, senza distinzione di sesso, razza, religione, condizioni personali. E dal punto di vista giuridico, non c'è alcun motivo di vietare il riconoscimento delle unioni civili alle coppie omosessuali.

Allo stesso modo si sfata il mito volto a sostenete che nel matrimonio «quel che conta è che uomo e donna hanno di per sé la potenzialità di generare, di essere fondamento della famiglia naturale. L’infertilità è comunque accidentale all’unione uomo-donna, invece le coppie dello stesso sesso sono essenzialmente incapaci di generare». Anche in questo caso si è dinnanzi ad una falsità, dato che non nostro ordinamento giuridico la possibilità di procreare non è un presupposto del matrimonio: altrimenti, per esempio, non potrebbero sposarsi le persone anziane che, ovviamente, a una certa età, non hanno più la potenzialità di avere figli. Inoltre, asserire che le coppie dello stesso sesso sono essenzialmente incapaci di generare è falso, perché anche le coppie omosessuali sono potenzialmente procreative.
Si nota anche come l'accostamento tra i termini "naturale" e "famiglia" non abbiano alcun senso, perché in natura c'è di tutto (eterosessualità, omosessualità, bisessualità, unisessualità, autosessualità) e additare come contro natura certi comportamenti (per esempio l’omosessualità) che risultano assolutamente naturali significa ignorare la realtà delle cose ed essere, di fatto, contro la natura.

Come terzo ed ultimo esempio dei miti segatati nell'articolo, c''è il sostenere che «Se tutto è famiglia, niente lo è più». Questa affermazione sembra negare totalmente quanto ormai da decenni psicologi, sociologi, storici e demografi evidenziano. La famiglia nucleare composta da mamma, papà e figli biologici è solo una delle forme in cui si realizzano i legami affettivi. Quando si parla di famiglia, dunque, bisogna andare oltre il mito della famiglia naturale e includere famiglie adottive, affidatarie, monoparentali, omogenitoriali, ricomposte. Insomma, famiglia è un termine da declinare al plurale. Prendere atto di (e rispettare) tutti gli scenari in cui oggi interagiscono genitori e figli è il primo passo per garantire il benessere dei bambini.

Clicca qui per leggere l'articolo pubblicato su Wired.


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