Il Comune di Prevalle lancia l'allarme: «Cittadini, la teoria gender esiste! Ce l'ha detto Amato»


L'Italia è l'unico Paese occidentale in cui l'integralismo cattolico non è stato messo all'angolo da una corretta informazione sui temi sociali. La paura di contraddire Bagnasco viene unita alla'incapacità di una classe dirigente che venderebbe la madre pur di garantirsi una poltrona. E se c'è chi ha paura della fantomatica ideologia gender, ecco che la politica sale sul carro dell'ignoranza per compiacere qui pregiudizi in cambio di voti. In fondo è più facile legittimare l'odio piuttosto che cercare soluzioni ai problemi della gente.
Ed è solo in un simile scenario che si può spiegare come il Comune bresciano e leghista di Prevalle si sia spinto a patrocinare ed organizzare in convegno dal titolo "La teoria gender esiste". L'amministrazione comunale promette che si tratterà di «una serata in cui verranno presentati documenti e fatti che attestano in modo inequivocabile l'esistenza della teoria gender». Promette anche che sarà l'occasione per «chiarire tanti dubbi e perplessità» anche se è evidente che ciò non potrà accadere dato che si tratterà di un comizio a senso unico tenuto dal solito Gianfranco Amato, presidente dei Giuristi per la vita.
Vien da sé che l'assenza di un qualunque contraddittorio non permetterà di confutare quanto detto, come il contestualizzare la tabelle che Amato usa per sostenere che l'Oms voglia sessualizzare i bambini o per spiegare come quelle cinque righe estrapolate dal romanzo della Mazzucco fanno parte di un'opera letteraria che dice tante altre cose. Ma di tutto ciò non ci sarà evidenza dato che il Comune propinerà ai cittadini le solite decontestualizzazioni del leader integralista (ormai sempre più beffardo nel vantare di come la sua opera stia propagando l'omofobia per scopi che apparirebbero prettamente politici e fortemente partitici).
Ma forse il dubbio reale è solo uno: com'è possibile che un comune che lancia un simile procurato allarme non sia meta di ispettori che decidano se non sia il caso di procedere ad un commissariamento di ciò che dovrebbe essere un'istituzione e non un centro di propaganda ideologica volta a creare odio verso una minoranza? Non va infatti dimenticato come la medesima amministrazione si fosse già macchiata dell'installazione di maxi-cartelloni in cui il comune delirava riguardo al fantomatico «gender». Piovvero critiche da ogni parte, ma il sindaco raccolse il plauso di Amato che parlò di «un comune virtuoso» dinnanzi a un palese insulto all'intelligenza e la dignità umana.

Clicca qui per guardare la locandina del comizio.
3 commenti