Gandolfini & Co. avevano chiesto alla Procura di vietare il Pride di Caserta, invitando le parrocchie a pregare contro i gay


Attraverso alcuni siti legati all'integralismo cattolico è possibile scoprire che il gruppo di Gandolfini ha cercato di impedire lo svolgimento del Pride di Caserta attraverso un esposto presentato dalla Procura della città.
Il tutto è stato ufficializzato attraverso un comunicato stampa che alcuni quotidiani hanno erroneamente attribuito a fantomatiche «associazioni cattoliche», peccato basti leggere le firme per osservare come tale atto sia stato compito dai soliti organi legati all'omofobia organizzata: tra i firmatari c'è il comitato "Difendiamo i nostri figli" di Gandolfini, Alleanza Cattolica, il Movimento per la vita "S.Gianna Beretta Molla", l'associazione No194, i Giuristi per la Vita e la Fondazione Cenacolo di Maria.

Nel surreale testo si legge:

Abbiamo appreso da organi di informazione e dall'apposito sito on line, che talune sigle dell’associazionismo gay hanno organizzato una “kermesse” nella città di Caserta, denominata “Caserta Campania Pride” che, iniziata il 21 giugno scorso con una serie di eventi, si concluderà domenica prossima.
Ciò che desta preoccupazione da parte delle associazioni che sono impegnate sul fronte della difesa e valorizzazione dei minori, della famiglia e di una visione antropologica razionale e fondata sulle leggi naturali, è il corteo che sabato prossimo 25 giugno avrà luogo in piazza Vanvitelli. Purtroppo le numerose similari esperienze del passato anche nazionali hanno dimostrato come nel corso di simili pubbliche manifestazioni non ci si limiti a manifestare civilmente il proprio pensiero, bensì ci si lasci anche andare da parte di taluni e nelle pubbliche vie, ad esternazione di atti volgari, osceni o anche (in taluni casi) di vilipendio della religione, laddove oltretutto è palese un concreto rischio di esposizione dei minori a scene in non pochi casi davvero disgustose e comunque tali da ledere la pubblica moralità se non addirittura costituire in qualche caso fatto penalmente rilevante.

Insomma, pregiudizio puro basato sulla continua ricerca di propaganda d'odio da parte di personaggi che vivono per negare la vita al prossimo. Se davvero volessero evitare vilipendio alla religione cattoliche, forse farebbero meglio a chiedere all'avvocato Amato di togliersi l'immensa croce che ostenta mentre insulta gay e lesbiche durante i suoi convegni politici o dovrebbero chiedere a loro stessi di non infrangere la legge divina nel nominare il nome di Dio invano attraverso l'attribuzione della loro ideologia ad un Dio che non ha certo predicato l'odio con cui loro si nutrono.
È veramente fastidioso che le istituzioni non facciano assolutamente nulla contro le offese gratuite che questa gente si permette di lanciare senza mai pagarne le conseguenze. E se davvero ci fossero dei reati, ci spieghino perché non sporgono denuncia al posto di starnazzare come comari. Non sarà forse perché tutte le denunce da loro sporte sono state archiviate perché infondate?

Ma dato che al peggio non c'è mai fine, il comunicato stampa prosegue nell'asserire:

Pertanto al Sig. Questore di Caserta si chiede di valutare la reale portata della manifestazione, per la quale verosimilmente sarà intervenuta la prescritta comunicazione di cui al T.U.L.P.S. R.D. 18 giugno 1931, n. 773. da parte delle sigle LGBT, che intendono realizzare il corteo e di conseguenza impedire che, nel corso della manifestazione di sabato, possa in alcun modo essere violato l’ordine pubblico o la moralità pubblica (in ossequio al disposto dell’art. 18 T.U.L.P.S.) e prevenire in ogni caso anche l’astratta possibilità che taluno, foss’anche isolatamente, possa realizzare atti penalmente rilevanti.
Al Presidente della Regione Campania e al Presidente della Provincia di Caserta si chiede il ritiro immediato dei patrocini concessi. In particolare ci si chiede se la Provincia di Caserta, con la firma apposta dal Presidente Di Costanzo e con la presenza dell’assessore Stefano Giaquinto alla conferenza stampa promossa dall’associazionismo gay e tenutasi nella sala della Giunta provinciale, sia cosciente di assumersi la responsabilità di una scelta di campo così pericolosa, patrocinando una manifestazione espressione della “teoria del gender” finanziata dalle lobby omosessualiste, e perciò schierandosi esplicitamente contro le famiglie e i bambini casertani.

Anche qui le loro parole andrebbero contestualizzate. Innanzi tutto è curioso notare come quella gente che dice che la loro omofobia debba essere tutelata come "libertà di espressione" vada poi in giro a chiedere la repressione e la censura di chiunque non sia loro gradito (quasi come se non bastasse il loro impegno nel promuovere il bullismo nelle scuole, ostacolando qualunque contrasto alla violenza nelle scuole o alla prevenzione dei sudici).
Dato che i Giuristi per la vita amano sostenere che i gay sono come nazisti e che la loro richiesta di diritti sia una dittatura verso chi vuole negare loro pari dignità sostenendo che Dio li reputi dei peccatori incalliti (sempre sulla base di quella logica per cui sono loro a nominare il nome di Dio invano nell'attribuirgli i loro pregiudizi), interessante è notare come siano loro a voler imporre il silenzio a chiunque osi pensarla in maniera diversa.
Non manca poi il solito voler creare falso allarmismo con la solita follia legata alla fantomatica «ideologia gender», ossia quella teoria creata dall'integralismo cattolico come specchietto per le allodole che potesse permettere loro di propagandare quella che in realtà è solo omofobia.

Dato che a questi gruppi piace in mondo citare a casaccio il Papa (sostenendo che basti dire che è Dio a volere tutto quell'odio per non rispondere delle conseguenze penali che sarebbero riservate ad ogni altro cittadino) si arriva a proporre frasi decontestualizzate di un capo di stato straniero che non ha giurisdizione in Italia, invitando anche le parrocchie a lanciare messaggi di odio contro le minoranze. Scrivono:

Sulla scia dei numerosi interventi di Papa Francesco (prima di lui Benedetto XVI) sui gravissimi pericoli dell’ideologia “gender”, che si vuole inculcare da parte di potenti gruppi di potere, ci rivolgiamo per la loro fondamentale Missione e competenza, con filiale devozione, ai nostri Pastori. Tra i tanti esempi citiamo solo alcune delle chiare profetiche parole del Sommo Pontefice: “(…) Questa è la colonizzazione ideologica: entrano in un popolo con un’idea che non ha niente a che fare col popolo; con gruppi del popolo sì, ma non col popolo, e colonizzano il popolo con un’idea che cambia o vuol cambiare una mentalità o una struttura. (…) Lo stesso hanno fatto le dittature del secolo scorso. Sono entrate con la loro dottrina. Pensate ai “Balilla”, pensate alla Gioventù Hitleriana… Hanno colonizzato il popolo, volevano farlo. Ma quanta sofferenza!» (cfr. Udienza generale del mercoledì, 15 settembre 2015). Ai Vescovi delle Diocesi casertane dunque chiediamo con la presente di esprimere un’accorata e confortante Parola di Verità, a tutela dell’uomo e della famiglia, nonché dei minori, manifestando in tal guisa che pur in questo contesto di deriva antropologica, determinata dall’avanzare dell’ideologia “gender”, la Chiesa cammina con l’uomo, cammina con la famiglia (cfr. Discorso del Santo Padre Giovanni Paolo II per l’incontro con le famiglie, 20 ottobre 2001). Anche il nostro amato attuale Papa lo ribadisce: “ La Chiesa cammina in mezzo ai popoli, nella storia degli uomini e delle donne, dei padri e delle madri, dei figli e delle figlie: questa è la storia che conta per il Signore ….” (Papa Francesco, udienza generale del 9 settembre 2015). Pertanto non possiamo tacere, come cittadini, come genitori, di fronte al potere disumano di quelle lobby che vogliono imporre alle giovani generazioni la cultura omosessualista e più ancora un grave stravolgimento antropologico: «Contro i “centri di potere” ideologici, finanziari e politici, riponiamo le nostre speranze in questi centri dell’amore evangelizzatori, ricchi di calore umano, basati sulla solidarietà e la partecipazione» (Papa Francesco, udienza 15 settembre 2015, cit.).

Ma l'offesa intollerabile è il finale, in chiede si chiede alle parrocchie di pregare contro i gay:

Ai Vescovi domandiamo con spirito di fiducia di chiedere a tutte le parrocchie e alle svariate realtà ecclesiali di organizzare per i giorni di sabato e a seguire momenti di preghiera in riparazione di quanto si sta pubblicamente propagando con la suddetta “kermesse” casertana.

Forse è il caso di ricordare allo stato che i gay pagano le tasse e che lo stato ha il dovere di difenderci dagli insulti, dalle offese e dalle continue minacce di un integralismo cattolico. Ancor più se quei gruppi armano gente talmente indottrinata all'odio da non comprendere come questa gente stia toccando il fondo nell'essere pronta ad utilizzare la preghiera come arma di offesa verso il prossimo.

Clicca qui per leggere il comunicato stampa integrale.
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