Nel none del «gender» c'è chi è disposto a perdere la libertà pur di veder compiaciuti i propri pregiudizi


Il «gender» è un'invenzione dell'integralismo cattolico che serve esclusivamente a sfruttare l'isteria per promuovere la dittatura.
La riprova storica ci giunge dalla Russia, ossia da un Paese in cui l'omofobia è stata coltivata e promossa dalle destre evangeliche statunitense. Sono stati creati libri che indottrinassero all'odio e sono stati inviati insegnanti incaricati di insegnare il disprezzo. Dopo vent'anni di incessante propaganda si sono raccolti i primi frutti: la gente ha più paura di un gay che di un governo che sotterra quintali di rifiuti tossici nei pressi di Sochi. Sarebbe folle pensare che a Putin interessi davvero qualcosa dei gay, più facile è ipotizzare che gli interessi il potere politico che ne può trarre, distraendo l'opinione pubblica dai veri proemi per nutrirli dell'odio che chiedono.
L'altro ingrediente è il fanatismo religioso. Putin sta facendo creare decine di nuove chiese, collaborando strettamente con il patriarca Kirill per fondere politica e religione in un connubio dove non serva più argomentare le scelte, basta attribuirle alla volontà di Dio.

Questo è il clima che anche l'integralismo cattolico nostrano vorrebbe in Italia. Non è un caso che inneggino a Putin quale persona a cui bisognerebbe affidarsi per far sì che gay, stranieri e migranti siano sistematicamente vittime di discriminazione. E a chi inneggia a lui non importa molto se la qualità di vita dei Russia sia nettamente inferiore a quella italiana, basta solo sentirsi farsi promettere che lui farà del male agli altri assecondando i più ciechi pregiudizi dei violenti.
Da lì nasce l'anti-europeismo e quel movimento che usa il «gender» per concretizzare i piani geopolitici di Dungin volti a creare l'Eurasia: il grande progetto espansionistico della Russia in cui Mosca diverrebbe il centro del potere politico mondiale. E nasce anche quell'ostilità al vaticano, in cui i vari gruppo integralisti fanno a gara per cercare di sostenere che è a loro che l'integralismo deve ispirarsi e che sono loro i leader che dovranno decidere che cosa di debba fare o pensare.

Un interessante esempio degli effetti devastanti dell'isteria «gender» giunge da una delle pagine d'odio vicine a Forza Nuova che si occupano di creare paure irrazionali per la promozione dei gruppi neofascisti. Con le solite generalizzazioni criminali, hanno pubblicato un'immagine contestualizzata di una sfilata di moda, sostenendo che se il modello non appare sufficientemente mascolino è colpa del «gender». Il tutto facendo finta di non sapere che da cinquant'anni che la moda sfida gli stereotipi di genere senza che la famiglia tradizionale sia morta o senza che i bambini si siano tramutati in bambine.
Ma c'è chi abbocca all'amo e che sostiene che i suoi figli sono in gravissimo pericolo perché c'è il rischio che possano "diventare" gay se i gay non verranno discriminati. Certo, bisognerebbe presumere che l'omosessualità sia una scelta, che tutti vorrebbero essere omosessuali e che l'unico modo per essere eterosessuali sia che qualcuno arrechi violenze fisiche e psicologiche a chi non lo è... eppure questa evidenza pare incomprensibile da chi è ormai accecato dai vari predicatori dell'odio.

Ma ad essere interessante è quanto scrive questo soggetto: «La troppa tolleranza produce questo... fa bene Putin, in Russia sia la moda che la pubblicità sono soggette a controllo per evitare che rappresentino modelli sbagliati per gli adolescenti».
Esatto, il «gender» serve proprio a questo. C'è gente che invoca censure e limitazioni alla libertà personale solo perché spera di danneggiare il prossimo e di veder compiaciuti i propri progetti. E un politico potrebbe sperare in qualcosa di meglio che elettori pronti ad implorare che la loro libertà sia limitata e che le informazioni non possano circolare senza che siano passate da un centro di potere? In fondo è gente che invoca una dittatura e che è disposta a perdere la propria libertà per mera omofobia.

E cse 'è chi è disposto a vendere in futuro dei propri figli pur di vedere immagini in cui gay e lesbiche vengono picchiati dalla polizia per il solo fatti di esistere, tutto questo avviene con il silenzio complice di una Chiesa che non ha il coraggio di dire chiaramente che l'omofobia non è un atteggiamento cristiano ma solo una nuova forma di nazismo, troppo spesso promosso proprio sugli altari e negli oratori.
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