ProVita minaccia punizioni divine per chiunque non discrimini o disprezzi i gay


È un articolo firmato da Francesca Romana Poleggi a mostrarci come all'associazione ProVita interessi solo la legittimazione dell'odio che può essere tratta da una lettura distorta della Bibbia e non il messaggio di amore universale che non appare utile a portare consensi politici ai partiti di estrema destra.
È noto come la donna non abbia mai avuto particolare preoccupazione verso quelle persone che rischiano di essere massacrate di botte per il solo fatto di esistere. Anzi, spesso si ha l'impressione che voglia giustificare quelle violenza dato che la sua attività principale è il cercare di sostenere che quelle persone debbano essere ritenute "sbagliate" solo perché diverse da lei. Ed è così che si parte dal negare l'esistenza stessa dell'omofobia, ossia i quella forma di disprezzo che lei è solita propagandare attraverso i suoi articoli:

L’omofobia è la scusa per imporre il diktat del pensiero unico, per chiudere la bocca a chiunque pensi che i rapporti omosessuali siano contronatura. La massima comprensione e misericordia per tutti gli esseri umani, di qualsiasi orientamento non si discute: siamo tutti più o meno lussuriosi, chi in un modo, chi nell’altro.

Qualcuno potrebbe farle notare che la sua "misericordia" potrebbe tenerla per sé stessa anziché cercare di utilizzare quelle parole come forma di offesa. Ma si sa che la formulazione dei suoi articoli mira a risultare il più offensiva possibile quasi si volesse cercare di armare la mano di un qualche folle pronto a tramutare in violenza fisica quel disprezzo. Purtroppo viviamo in Italia e queste posizioni non solo non vengono sanzionate, ma la Poleggi viene finanziata dallo stato per sostenere la sua crociata contro i cittadini attraverso il riconoscimento come "onlus" alla sua associazione di propaganda politica anti-gay.

La donna si affretta a sostenere che l'omosessualità sia un peccato e che non ci sia nulla di male nel disprezzare gay e lesbiche. Scrive:

Ma come al solito una cosa è il peccatore pentito, che Dio perdona “70 volte 7”, una cosa è il peccato, che va condannato sempre. Ormai, però, nonostante (ancora) non ci sia una legge che lo preveda, l’omofobia già de facto è considerata reato. Un reato dai contorni quanto mai sfumati, adatto a condannare chiunque per qualunque motivo. Anche un prete che predichi dal pulpito il Vangelo. Di questi tempi, di preti che predicano la Parola di Dio ce ne sono rimasti pochi. Quei pochi, però è bene che tacciano per sempre.
E finché la loro condanna viene dagli attivisti LGBTQIA(…) e i loro reparti cammellati della Gaystapo (mass media in testa) non ci sorprende. Ma se capita che alti prelati, come l’Arcivescovo di Cagliari, S.E. Arrigo Miglio, stigmatizzino le omelie di un sacerdote, Don Massimiliano Pusceddu, che ha detto solo la verità e ha letto la lettera di San Paolo ai Romani, beh, questo è triste e dà da pensare.

Il riferimento è a don Pusceddu e alla predica in cui il sacerdote sosteneva che i gay non possono avere fede in Dio e che è Dio a sostenere che «meritino la morte» per il solo fatto di esistere. Parole insensate a cui il vescovo ha risposto fornendo una corretta lettura del brano citato dal sacerdote, ma evidentemente a ProVita non interessa la verità ma solo l'odio che è possibile legittimare attraverso una lettura letterale della Bibbia. Ed è così che un prete rinviato a giudizio per violenza privata (se ne andava in giro armato con una pistola a massacrare di botte i parrocchiani) viene indicato come la massima espressione di cristianità nel nome della legittimazione all'odio anti-gay che era in grado di fornire attraverso una lettura decontestualizzata della Bibbia (al pari di chi usava quelle pagine per legittimare la schiavitù o la segregazione razziale).

Con il vittimismo che contraddistingue un'associazione che sostiene che i gay siano persona malvagie che non si lasciano discriminare in silenzio, la donna aggiunge:

Il prete è stato ridotto al silenzio: lui obbediente, si adegua e tace. Gentilmente ci ha fatto sapere che non parlerà con noi. Il suo account su You Tube è stato sospeso.
La predica incriminata a tutt’oggi si può ascoltare qui : chissà se anche da qui sarà presto censurata…
L’ex parroco di Vallermosa, come potete sentire, ha detto una serie di ovvietà su famiglia, gender, unioni civili che sono una minaccia alla famiglia, e ha letto un passo della Lettera di San Paolo ai Romani, che recita: “[24]Perciò Dio li ha abbandonati [agli uomini che soffocano la verità nell’ingiustizia, di cui al v.18] all’impurità secondo i desideri del loro cuore, sì da disonorare fra di loro i propri corpi, [25]poiché essi hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno venerato e adorato la creatura al posto del creatore, che è benedetto nei secoli. Amen.
[26]Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. [27]Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s’addiceva al loro traviamento. [28]E poiché hanno disprezzato la conoscenza di Dio, Dio li ha abbandonati in balìa d’una intelligenza depravata, sicché commettono ciò che è indegno, [29]colmi come sono di ogni sorta di ingiustizia, di malvagità, di cupidigia, di malizia; pieni d’invidia, di omicidio, di rivalità, di frodi, di malignità; diffamatori, [30]maldicenti, nemici di Dio, oltraggiosi, superbi, fanfaroni, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, [31]insensati, sleali, senza cuore, senza misericordia. [32]E pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa“.

In grassetto viene indicato il passaggio volto a sostenere che Dio voglia la morte dei gay, ma anche di chi li approva e non li condanna moralmente. È l'ennesimo uso strumentale della Bibbia per fini politici da parte di un'associazione che deliberatamente cerca di alimentare l'odio verso i gay promettendo fantomatiche punizioni divine dinnanzi a chi non aderisca alla loro ideologia. Un insulto quotidiano che gay e lesbiche devono ricevere da persona violente che abusano della religione per sostenere diffamazione e offese gratuite nella più totale impunità.

Dice poi la Poleggi:

Ovviamente nel contesto – che qui è un po’ complicato riprodurre per intero – si capisce che si intende la morte eterna, cioè la conseguenza del peccato “mortale”. La quale consegue solo se il peccatore è impenitente, cioè rifiuta la – famosa – misericordia di Dio, che presuppone il pentimento, che presuppone il riconoscimento – nel profondo del cuore – della propria debolezza e del proprio peccato.
E così, da un lato, la Gaystapo è andata denunciando l’omofobia del prete che secondo loro vorrebbe “l’uccisione di tutti gli omosessuali” (falsi e in malafede quelli che hanno rilanciato la notizia in questo modo distorto).

Si noti che fra i falsi e i disonesti viene fatto rientrare anche il vescovo, dato che non conta tanto quello che è scritto nel libero ma solo quanto è stato detto e letto durante l'omelia. Casomai potrebbe apparire falso e disonesto chi aggiunge elementi mai pronunciati in quell'occasione per cercare di assolvere un sacerdote dalle sue colpe. Ma si sa che qui si è nel campo ella propaganda e si spergiura la propria verità senza farsi troppo problemi di quanto sia effettivamente reale.
Si noti anche l'abuso che l'associazione ProVita è solita fare della parola «ovvio». Per loro è tutto ovvio. È ovvio che i gay sono cattivi. È ovvio che i gay valgano meno di loro. È ovvio che il loro amore non debba essere riconosciuto. È tutto ovvio perché si è dinnanzi a gente che vuole proporsi come una verità rivelata, sostenendo peraltro di essere "cristiani". Peccato che i comandamenti dicano di non pronunciare il nome di Dio invano e gente che attribuisce a lui ogni suo più perverso pensiero è gente che ostenta la sua lontananza dal messaggio di Gesù.

In conclusione la donna aggiunge:

Il Vescovo, dal canto suo, ha censurato… San Paolo. Il quale, poveraccio, potrà anche essere accusato di omofobia, ma andrebbe notato che non fa sconti a nessuno: ammonisce “senza discriminare” sia gli etero che gli omosessuali; San Paolo inoltre, condanna i rapporti sessuali contronatura: se per gli etero sono un optional, ma per gli omo sono una scelta obbligata, beh, questo non è colpa né di San Paolo, né di Don Pusceddu.

Mai affermazione è stata più falsa. Non solo bisogna notare come la signora Romana Poleggi dia per scontato che le sue perverse fantasie su cosa avvenga nel letto di una coppia gay siano verità rivelata, ma anche perché bisogna comprendere cosa sia contro natura. È contro natura una donna che dedica la sua vita all'odio verso il prossimo, non certo l'amore di due persone che mettono a frutto la sessualità che Dio ha donato loro. Ma forse chi è accecato dall'odio non potrà mai comprendere l'amore.
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