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Contro i fantasmi del gender, a Bologna è tornata la terza edizione di "Educare alle differenze"

L'inasprirsi della cosiddetta campagna “anti-gender” e con la recrudescenza di razzismo e xenofobia hanno reso sempre più complesso il lavoro educativo di tanti insegnanti. Non è facile poter educare i ragazzi quando bande organizzate cercano di sfruttare la paura della gente per cercare di mantenere in essere quegli stereotipi che potano i maschi ad essere ritenuti tali solo se dominanti sulle femmine o che cercano di sostenere che sia la natura a conferire alle donne il compito di pulire la casa. Perché, indipendentemente da come queste organizzazioni continuino a tirare in ballo le persone lgbt, sono proprio i bambini eterosessuali i primi a cui verrà chiesto di pagare il prezzo di una sana educazione negata nel nome del Brandi o del Gandolfini di turno.
È in questo scenario che oltre 250 associazioni hanno dato vita alla terza edizione di "Educare alle differenze", un workshop in cui attivisti, operatrici del privato sociale, educatori, psicologhe, editrici e ricercatori hanno lavorato insieme per condividere strumenti di lavoro, buone pratiche e metodologie didattiche nella convinzione che l'educazione alle differenze debba essere un elemento imprescindibile della scuola pubblica, laica e plurale.
A raccontarci quanto è avvenuto è il videomaker Eustachio79, recatosi a Bologna per documentare gli incontri. A seguire i suoi video.

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