In una città blindata, si è svolto senza incidenti il Gay Pride di Belgrado


Ogni anno il Pride di Belgrado è motivo di tensioni a fronte delle credibili minacce che vengono puntualmente lanciate dai gruppi legati alla Chiesa Ortodossa. Fortunatamente, però, la parata si è svolta senza incidenti.
Per l'intera giornata il centro della capitale serba è stato blindato e sigillato da migliaia di poliziotti in assetto antisommossa, incaricato di proteggere i partecipanti da possibili rappresaglie messe in atto dall'ultradestra nazionalista e omofoba. Secondo il ministro per la pubblica amministrazione, Ana Brnabic, «è significativo il fatto che il Gay Pride si tiene a Belgrado per il terzo anno consecutivo, che il sindaco della capitale ha partecipato per questi tre anni e che qui vi sono anche rappresentanti del governo».
Nelle stesse ore alcune centinaia di persone hanno dato vita ad una contro-manifestazione omofoba. A presenziarla c'èera Bosko Obradovic, leader del partito politico Dveri, che dal palco ha dichiarato: «Noi non vogliamo un governo gay friendly, non vogliamo che la promozione dell'omosessualità sui nostri figli, non vogliamo l'imposizione dell'ideologia omosessuale sui nostri figli, non vogliamo i matrimoni omosessuali, l'adozione dei bambini da parte dei genitori omosessuali, non vogliamo l'eutanasia, non vogliamo essere limitati nell'educazione dei nostri figli, non vogliamo madri surrogate, e tutto il resto che oggi viene imposto su di noi dai vari ideologi dei nuovi concetti di diritti umani». Insomma, tutti i soliti tormentoni dell'integralismo organizzato, tant'è che non poteva mancare il suo sostenere che «Pensiamo che la famiglia deve rimanere la cellula più importante della società, che la famiglia deve essere protetto, che la famiglia tradizionale sia un matrimonio tra un uomo e una donna e che il significato tradizionale che la 'famiglia' ha mantenuto nel corso dei secoli non debba essere modificato».

In Italia è Allenza Nazionale a schierarsi dalla parte dei violenti, pubblicando sul suo quotidiano un articolo dal titolo "La Serbia non vuole il gay pride". Si sostiene così che i gay non facciano parte della nazione cin cui vivono e che lo stato sia rappresentato da chi è riuscito ad impedire la liberà di manifestazione con scontri violenti che hanno provocato centinaia di feriti.
Si sostiene poi che sia colpa dei gay se la città debba temere scontri, assolvendo chi prende mazze e forconi per cercare di impedire la vita del prossimo. Ed ancora, è con il solito stile ideologico che contraddistingue l'agfggressione alla femiglie gay messa in atto dalla Meloni che il quotidiano si lancia nel sostenere che «le famiglie» siano rappresentate dagli trasformazionalisti che che abbiano «risposto pacificamente» alla provocazione di quei luridi froci che hanno osato manifestare in quello che viene bollato come «un'ostentazione dell’omosessualità nella capitale». Il tutto contraddicendo l'evidenza di come sia stato necessario chiudere il centro città per impedire il ripetersi di scontri violenti. Ma si sa, la verità può essere cambiata quando di vuole fare propaganda e si cerca di ottenere voti sulla pelle della gente.
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