ProVita sostiene che gli atti violenti a danno dei gay siano un "diritto" degli integralisti


Pare crescere in maniera esponenziale la violenza della propaganda omofobica da parte l'associazione ultra-integralista ProVita Onlus, ossia di quella realtà di estrema destra che basa la sua intera esistenza sul tentativo di alimentare un cieco odio contro un intero gruppi sociali per meri obiettivi politici.
Quando i loro post vennero rimossi da Facebook perché ritenuti un «incitamento all'odio», la loro organizzazione si difese sostenendo che il loro uso della parola «gaystapo» fosse da intendersi come una formula «di satira». Eppure, a distanza di non molto tempo, oggi quel termine viene costantemente inserito nella quasi totalità dei loro articoli quasi ad indicare come il loro obiettivo primario sia offendere e spronare nuove violenze. Non stupisce dunque come ProVita abbia deciso di adottattare una formula propagandistica ispirata al Terzo Reich, basata su una cieca e indiscriminata accusa dei gay dinnanzi a tutto ciò che avviene nel mondo, esattamente come i nazisti erano soliti fare con gli ebrei.

Il nuovo attacco (in cui ovviamente non mancano i soliti insulti e le solite offese tipiche di un'organizzazione che mira alla "normalizzare" dell'odio omofobico) è contenuta in un vergognoso articolo intitolato "Gaystapo canadese all’opera (alla faccia della libertà)".
Il tema in oggetto è la denuncia sporta contro l'organizzazione "cristiana" che falsificò dei documenti per riuscire ad infiltrarsi al Gay Pride di Toronto al fine di distribuire preservativi manomessi in cui erano allegati messaggi di insulto verso la comunità lgbt. Un atto terroristico che gli fa metritare l'appellativo di "brava gente" da parte dell'organizzazione integralista, la quale scrive:

Ricordate i “Gay Zombie” della foto? Sono finiti nel mirino della Gaystapo…
I simpatici omini verdi guidati da un predicatore di strada, Bill Whatcott, si erano “infiltrati” al gay pride di Toronto e avevano distribuito volantini che inducevano a riflettere sullo stile di vita tipico degli omosessuali e mettevano in guardia sui rischi per la salute cui vanno incontro coloro che intrattengono rapporti sessuali promiscui, soprattutto rapporti omosessuali.

La premessa di ProVita si basa su una strenua lode a chi compie atti di violenza ai danni di quei gruppi sociali che risultano da tempo al centro della loro incessante persecuzione. Il tutto con l'ipocrisia di chi loda quella gente ma poi plaude alle Sentinelle in piedi che denunciano chi osa contestarle (e non certo mentendo e infiltrandosi al pari dei «simpatici omini verdi». Ma è in quella sua lode alla violenza che l'organizzazione integralista aggiunge:

La Gaystapo non poteva non entrare in azione. Whatcott sta sotto processo per diffamazione. Gli hanno chiesto 104 milioni di dollari di risarcimento dei danni.
Il predicatore resiste alla Gaystapo adducendo anzitutto la mancanza di buona fede dei suoi accusatori. L’azione legale è solo uno strumento volto silenziare avversari politici e calpestare le loro libertà costituzionali. È un atto di intimidazione, di bullismo, contro la libertà di parola. Il suo scopo dichiarato è quello di schiacciare e “stroncare” chiunque si opponga alla propaganda omosessualista. Si tratta di un’azione posta in essere di concerto con i governi federali e provinciali del Canada e Ontario e sostenuta dai politici liberal-radicali.

Per uno scherzo, dato che a scrivere queste è un'associazione che ha denunciato tutto e tutti per cercare di impedire che qualcuno potesse dire o fare qualsiasi cosa non fosse a loro gradita. Era solo lo scorso agosto quando il loro presidente, Toni Brandi, si recò dinnanzi ai microfono di Radio Padania per vantarsi di aver sporto decine di denunce, alcune delle quali atte ad intimidire gli insegnanti per far sapere loro che qualunque lezione legata all'insegnamento del rispetto di sarebbe tramutata in una violenta persecuzione giudiziaria (probabilmente destinata a finire come un nulla di fatto come la gran parte -se non la totalità- delle cause da loro intentate, ma pur sempre una gran seccatura per chi dovrà pagare avvocati o presentarsi in tribunale).

Ma è in quella visione in cui l'associazione sostiene che i gay debbano avere meno diritti di loro, si passa a sostenere che ciò che loro vorrebbero vietare agli altri debba essere ritenuto un loro diritto fondamentale. Dicono:

L’avvocato di Whatcott, Charles Lugosi, ha preparato una difesa, anzitutto per la privacy dei partecipanti alla manifestazione che vogliono mantenere l’anonimato. E cita le dichiarazioni degli organizzatori che definiscono il gay pride come un “significativo evento politico“, un’occasione di visibilità per la comunità LGBTQIA(…) che vuol esprimere le proprie istanze. Quindi, secondo il difensore, può essere un’occasione di confronto e dibattito politico libero su dette istanze.
Il pride è stato finanziato da più di 800.000 dollari da parte dei governi federali, provinciali e comunali e ha visto la partecipazione ufficiale da Trudeau, Wynne e centinaia di altri politici “liberali”.
Questo rende la sfilata un pubblico evento politico in cui, gli imputati sostengono, essi dovrebbero aver diritto ai sensi della Carta Costituzionale di esprimere un punto di vista opposto, secondo il principio della libertà di parola che permea tutte le società e le istituzioni democratiche ( ma di cui la Gaystapo non è pratica, evidentemente).

Si passa poi a sostenere che la diffamazione non sia tale se riferita ai gay, procedendo a riproporre il materiale denunciato solo dopo aver detto che si tratta di un qualcosa di disgustoso. Ed è buffo che lo dicano, dato che pocanzi avevano sostenuto non ci fosse nulla di male nel materiale distribuito da quel gruppo di fanatici cristiani:

Per quanto riguarda la diffamazione, la difesa è pronta a dimostrare la veridicità delle conseguenze fisiche del sesso omosessuale riportate nei volantini (non aprite il link se non siete maggiorenni e di stomaco forte: eccoli qui, fronte e retro).

Ed è sempre cercando di sostenere che i gay siano cattivi, malati, brutti e peccaminosi per il solo fatto di esistere contro il loro volere, si arriva ad una affermazione da denuncia:

Tra l’altro molti partecipanti al gay pride commettevano platealmente il reato di atti osceni in luogo pubblico e alla presenza di minori, come previsto dal codice penale canadese.

Chiaramente è un'affermazione falsa, anche perché vien da sé che il massiccio spiegamento di forze dell'ordine non avrebbe permesso atti illegali. E se è vero che le associazioni nudiste canadesi prendono parte al Pride esattamente come ad ogni altra manifestazione avvenga in città, è altrettanto vero che è una falsificazione criminale il cercare di negare la realtà per attribuire una lettura distorta volta a danneggiare l'immagine di una intera comunità sulla base dell'ignoranza di lettori che magari potrebbero anche credere a simili asserzioni. Se a ProVita non piace la legge canadese, si lamenti con i canadesi ma non vada in giro a dire che la colpa è dei gay solo perché vogliono creare odio contro di loro!

Ed nella completa noncuranza di come il sabotaggio di profilattici sia criminale e di come la distribuzione di materiale che loro stessi reputano osceno sia offensiva (per non parlare di quanto siano offensive le menzogne dichiarate dal gruppo integralista), ProVita prosegue nel suo processo di dantificazione verso chiunque si macchi di violenze contro i gay:

Ricordiamo, infine, che i “gay zombies” hanno partecipato alla sfilata in modo assolutamente pacifico, hanno dialogato e spiegato il materiale che distribuivano civilmente e non hanno risposto alla violenza di cui sono stati fatti oggetto da parte di alcuni che non gradivano che venissero ricordate certe scomode verità (veri “omofobi di prima classe” sono quelli che negano agli omosessuali la corretta informazione sui rischi delle loro pratiche sessuali).
Insomma, ragionevole è la difesa di Whatcott e del Gay Zombies. Ma, si sa, la Gaystapo non è ossequiosa dei diritti e delle Carte costituzionali, né è campione di ragionevolezza.

Insomma, oltre a dire che i gay sono malati, nazisti, osceni e pericolosi per i bambini, l'organizzazione di Brandi si lancia anche nel sostenere che i gay siano irragionevoli e lesivi dei diritti di chi li vorrebbe morti. Insomma, è un'aggressione continua e c'è da domandarsi perché la polizia postale non abbia ancora posto sotto sequestro una simile propaganda d'odio a fronte di una persecuzione che pare aver ormai calpestato ogni singolo diritto costituzionale di un intero gruppo sociale nel nome del pregiudizio e della sete di odia di un manipolo di integralisti assetati di morte e di disprezzo.
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