Cristina Cappellini banna da Facebook chi non condivida il pensiero unico

Cristina Cappellini è pagata dai cittadini lombardi anche se la sua principale attività è la promozione politica delle realtà legate all'integralismo cattolico in un'ottica in cui lei si dice convinta che l'uso che è solita fare della sua vagina la renda più meritevole di diritti civili rispetto a quei cittadini gay che la infastidirono pretendendo il rispetto che la Costituzione garantirebbe loro. Contro la comunità lgbt lombarda la sentinella in piedi ha illuminato il palazzo della Regione, ha promosso i convegni di Gianfranco Amato e ha incitato i sindaci ad infrangere la legge pur di creare un danno materiale a quei gay che lei non tollera. Ha persino organizzato un convegno di promozione d'odio in cui diceva di voler "difendere" la famiglia, anche se quella asserzione pare commentarsi sé dinnanzi ad una donna che applaudiva alla propaganda di Adinolfi mentre se ne stava beatamente seduta al fianco di un prete pedofilo che abusava sessualmente di alcuni minori all'interno del confessionale.
Fiera di tale curriculum, la gran sacerdotessa ha ora comunicato di aver bloccato alcuni profili Facebook perché poco interessata alle opinione di chi non condivide la sua ideologia e non si uniforma al suo pensiero unico. E se lei non si fa problemi a insultare e scrivere falsità contro i gay, è sostenendo che qualcuno le riservi il medesimo trattamento che ci informa di non essere interessata a chi la contesta. Chiarisce anche che le frasi contrarie alla sua ideologia siano da intendersi come «azioni di disturbo e di prevaricazione» che rischiano di minare la sua azione di disturbo e di prevaricazione a danno dei cittadini gay, con l'unica differenza che lei è pagata per sentire l'opinione dei cittadini mentre i gay vengono costretti a pagarle lo stipendio per essere discriminati ed esposti a rischi per la propria incolumità dall'odio che la gran sacerdotessa ostenta contro di loro.
La Cappellini ha poi sentenziato che «merita dialogo chi sa dialogare con un minimo di civiltà», anche se pare evidente che il riferimento non fosse a quello studente che ha provato ad esporle le sue perplessità in occasione del suo convegno omofobo, ritrovandosi ad essere gettato a peso fuori dalla sala dato che quella sede era riservata solo ai predicatori d'odio e non certo a chi intendeva cercare un dialogo.
E mentre l'assessore si lamenta di chi non si uniforma alla sua propaganda, è Facebook ad aver preso provvedimenti contro di lei a ad aver rimosso alcuni suoi commenti perché ritenuti intimidatori.


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