Caso Iene. La redazione tace dinnanzi all'ipotesi di un linciaggio mediatico commissionato dalle lobby del "family day"


A domanda diretta non rispondono. Tacciono. Si trincerano dietro la loro telecamera. Quello stesso Filippo Roma che faceva tanto il bulletto durante il suo servizio, non risponde a chi giustamente e lecitamente domanda se siano vere le dichiarazioni pubbliche rilasciate da Mario Adinolfi riguardo al fatto che fosse da tempo in contatto con la redazione delle Iene per organizzare un linciaggio mediatico ai danni dell'Unar, ossia a quell'organo incaricato di vigilare sulla sua promozione d'odio.
Mario Adinolfi è infatti tristemente noto per la sua ferocia anti-gay e per la sua militanza tra le lobby del family day. È dalle pagine della rivista geopolitica russa Katehon che Alex Komov, dipendente del magnate russo Kostantin Malofeev che finanzio l'invasione dell'Ucraina e che affianca Salvini nei suoi convegni, lo indica sulla come una pedina utile al progetto di distruzione dell'Unione Europea a vantaggio della creazione di una nuova Eurasia che veda in Mosca la sua capitale.
Pare dunque in conflitto di interessi un'eventuale collaborazione tra la redazione delle Iene e un associato del nazionalismo russo che ha precise convenienze politiche nella distruzione del welfare e della devastazione del principio costituzionale di pari dignità sociale.
Eppure è solo in questa chiave che pare comprensibile il montaggio di un servizio basato esclusivamente su mere illazioni (poi rivelatesi false) che pareva incentrato sulla derisione della sessualità e sulla spettacolizzare del sesso tra gay. Non a caso gli spettatori del programma hanno reagito inneggiando ad Hitler e ad un sistematico sterminio dei gay in quanto gay, non per le presunte illazioni riguardanti i finanziamenti.
Si è cercato di mostrare l'attività delle associazioni gay come un qualcosa che potesse essere legato solo ed elusivamente al sesso perché il sesso è ciò su cui l'integralismo cattolico basa il suo odio. Silvana De Mari, Giovanardi, Amato e tutto il resto della banda parlano ossessivamente del sesso anale perché quell'immagine di due genera repulsione nella mente dei conservatori che smettono di vedere i gay come persone e li identificano come un atto sessuale (così come splendidamente spiegato da Panti Bliss al TEDx di Dublino).
E guardacaso nel servizio delle Iene, secondo i dettami della propaganda internazionale, si è scelto di mostrare rapporti anali e persino un uomo che si faceva distare (prontamente deriso e condannato moralmente dall'inviato). Peccato che non si fosse dinnanzi a nulla di illegale e che non vi fosse motivo per infrangere la privacy di persone per bene con l'obiettivo evidente di renderli dei mostri da sbattere in tv. Qual è il senso di mostrare attività private che non costituiscono reato? Nessuno.
Sarebbe come pubblicare un sex tape di Filippo Roma (che Dio ce ne scampi!) e di deridere ciò che fa tra le sue coperte con lo scopo di mostrare quelle immagini a sua madre per assicurarsi che gli tolga il saluto per qualche tempo. Significherebbe creare un danno intenzionale attraverso una strumentalizzazione di pratiche lecite e legali.
Peccato che il servizio delle Iene abbia creato un danno intenzionale ad un'intera comunità e non pare etico il loro silenzio dinnqanzi a chi lecitamente domanda loro se esista un tariffario per l'organizzazione di linciaggi politici su commissione a favore di determinati partiti politici.

Qui le dichiarazioni rilasciate da Mario Adinolfi.
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