Il Giornale promuove Silvana De Mari: «I gay sono dei pirla anormali, è un nostro diritto aggredirli e offenderli. Non bisogna contrastare il bullismo»


Dire che l'omosessualità è una malattia e il sostenere che gay siano «biologicamente perdenti» sarebbe una «affermazione di carattere scientifico». Lo spergiura Il Giornale in un articolo di promozione della violenza omofobica contro i gay.
Se qualche anno fa Sallusti diceva che Adinolfi era «un cretino» e si augurava che qualcuno «gli spaccasse» la testa con un bastone», oggi il suo giornale è la principale cassa di risonanza per lui e per la sua ideologia del disprezzo. Non a caso ha ora dato spazio alla sua ex redattrice, Silvana De Mari, ossia quella donna che che è oggi impegnata a promuovere l'omofobia accompagnando Gianfranco Amato durante i suoi convegni di disinformazione proprio a nome del partito di Adinolfi.
L'articolo però non ha dubbi: Silvana De Mari ha ragione perché odia i gay. La descrivono come una donna «immolata sull’altare del politicamente corretto per aver messo in guardia, con prove scientifiche alla mano, i rischi clinici dell’omosessualità».
Ed sostenendo che l'omofobia non debba mai essere contrastata, pare che Il giornale si sia dimenticato di osservare come la signora abbia espressamente dichiarato che tutte le sue affermazioni sono una ritorsione contro un mondo gay. Ed è con il solito vittimismo dell'estrema destra che il quotidiano di Sallusti lamenta come nei confronti della povera donna sia «stato minacciato un processo all’Ordine dei medici per le sue frasi sull’anormalità dell’omoerotismo». Il tutto dando per scontato che l'omosessualità si una normalità.

In quell'arma a doppio taglio in cui l'integralismo sostiene che i gay siano dei nazisti che osano pretendere rispetto anche da chi li reputa esseri inferiori e immeritevoli di qualunque rispetto, giunge conferma che l'Ordine dei medici non ha ancora preso alcun provvedimento per le sue gravissime dichiarazioni. Dice la signora:

E chi li ha più sentiti? Mi hanno scritto una raccomandata con l’invito di andare a parlarci il lunedì per il lunedì. Impossibile. Mi hanno riscritto il giovedì per il lunedì. Il mio avvocato ha chiesto le motivazioni e io, intanto, ho continuato a parlare e citarli per nome e cognome indicando le mie perplessità riguardo i loro minacciati provvedimenti. Tutti zitti. A ruggire, almeno, ci si tolgono le iene e i coiote di torno.

Ribadendo la sua posizione volta a sostenere che all'Oms siano tutti dei deficienti e che la sua credenza religiosa la porti ad essere l'unica persona al mondo a conoscere la verità rivelata, la donna aggiunge:

Quelle affermazioni le ho fatte perché sono vere. L’omosessualità non esiste, come non esistono gli omosessuali: esistono persone che si sono fatte incastrare in un ruolo adolescenziale. Ciò che fa male al fisico dell’uomo, fa male anche alla psiche.

E mentre l'intervistatore lodava la sua ospite sostenendo che abbia una «quarantennale esperienza di medico», la donna rilancia i suoi proclami volti a sostenere che i gay sono malati che tolgono soldi agli eterosessuali:

I gay costano una valanga di quattrini, si ammalano continuamente: un pene che entra nella cavità anorettale spacca le fibre dello sfintere interno e lacera la mucosa. Lo vedo quotidianamente. Ci parlo, con gli omosessuali. Bisogna curarli di sifilide, incontinenza anale, virus orofecale, vaccinazioni contro l’epatite A, farmaci antiretrovirali… Io amo moltissimo le persone omosessuali, per questo desidero il loro bene e che vivano appieno la loro vita. In una situazione di castità la loro vita si allunga, e di molto: non dovrebbe essere normale raccomandarla?

Il processo di demonizzazione dei gay diviene sempre più feroce con un intervistatore che dice alla sua omofoba ospite che «la persona omosessuale è vittima del proprio ambiente da pride». E lei replica:

La vera cultura gay per me è quella del servizio delle Iene sull’Unar: soldi pubblici in dark room; con uno che mangiava le feci del proprio cane e scriveva questo sui bambini: “Noi checche rivoluzionarie sappiamo vedere nel bambino l’essere umano potenzialmente libero. Noi, sì, possiamo amare i bambini. Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di Eros, possiamo cogliere a viso e a braccia aperte la sensualità inebriante che profondono, possiamo fare l’amore con loro”. Io, da contribuente, ho il diritto di chiedere che blocchino i finanziamenti al Circolo Mario Mieli oggi stesso.

Naturalmente pare che alla signora De Mari sfugga la verità riguardo al fatto che anche i gay pagano le tasse e che lei può starnazzare quanto vuole, ma il suo auto-proclamarsi parte di una "razza ariana" non la rende certo meritevole di maggiori diritti civili. Ma è nella negazione della ragione che la signora prosegue il suo "discorso" sostenendo che:

L’omofobia è un diritto umano. È un mio diritto provare ripugnanza perché questa ripugnanza fa parte della fisiologia umana. Posso ritenere pedofilia, necrofilia, zoofilia, coprofagia pratiche quantomeno nauseanti? Posso indignarmi perché ai gay pride si sbeffeggia il cristianesimo, ma, chissà come mai, non si vedono carri contro Maometto? Il movimento LGBT è totalmente indifferente verso le persecuzioni di omosessuali nell’islam. Perché?

Non manca poi un attacco all'immigrazione, dato che la signora De Mari ama ostentare il suo disprezzo verso chiunque non sia bianco, sedicente cristiano e rigorosamente eterosessuale. la sua opinione scientifica da medico sull'immigrazione è dunque che:

Questa immigrazione sconvolge i nostri paesi. Gli immigrati, al 90% sono maschi islamici tra i 15 e i 45 anni che vengono a invaderci. Non sono integrabili con noi. Una minoranza è integrabile solo in quanto minoranza, in piccoli gruppi: qui, invece, sono masse che approdano per conquistarci.

Sostenendo poi che sia giusto offendere il prossimo, la De Mari aggiunge:

Ci lamentiamo se veniamo offesi. Eppure essere offesi fa parte dell’essere umano. La dittatura del politicamente corretto nasce per imbavagliare una civiltà nel momento in cui viene sovvertita. È la dittatura della minoranza che esaspera una sua situazione di vittimismo, una situazione il più delle volte artificiosa. L’“omosessualità statale” è una mostruosa tirannide. L’omosessuale deve essere un po’ pirata con la coscienza di essere trasgressivo: l’uniformazione annienta sé stessi e la propria dignità.

Riguardo alla scuola, l'intervistatore lamenta che «nascono come funghi i corsi antidiscriminatori». Ed è in difesa della discriminazione e del bullismo che la seguace di Adinfolfi sentenzia:

Il bullismo fa parte della vita. Dobbiamo insegnare ai nostri ragazzi a tenere testa ai bulli. I corsi di antibullismo e i giochi al rispetto delle scuole sono terrificanti e sono il cavallo di battaglia dell’Unar e del pensiero gender. La scuola non si occupi di affettività, si occupi di istruire. Sono i genitori a insegnare a non aggredire e a resistere all’aggressione. Perché, vede, tutti saremo aggrediti, fa parte dell’essere umano, della vita, non esiste un mondo dove nessuno aggredisce qualcun altro.

Alal domanda dell'intervistazione su come si debba reagire a quella che lui definisce «dittatura della minoranza», la De Mari risponde citando a pappagallo gli slogan di Adinolfi ed Amato:

Che, come diceva Chesterton, 2+2 fa 4 e che l’erba è verde. La verità è, ormai, la vera trasgressione”

L'intervista è poi stata ripresa e ripubblicata integralmente (come se fosse una verità rivelata) anche da La Nuova Bussola Quotidiana, ossia dal giornale ciellino diretto da Riccardo Cascioli che da tempo si batte per promuovere odio e violenza contro i gay
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