Il vaticanista Marco Tosatti minimizza lo scandalo di Ratisbona, sostenendo sia tutto un complotto contro l'integralismo


Dopo Mario Adinolfi, anche La Nuova Bussola Quotidiana di Riccardo Cascioli ha deciso di abbracciare il negazionismo sugli abusi avvenuti tra il 1945 e il 1994 a danno di 547 bambini che frequentavano il coro del Duomo di Ratisbona. In fondo non hanno mai fatto mistero di quanto apprezzassero e preferissero l'integralismo di Ratzinger, motivo per cui quei 67 bambini violentati dai sacerdoti di quella congregazione avrebbero fatto bene a tacere pur di non rovinare l'immagine di quel papa che si è inventato il "gender", che ha dato appoggio ad ogni più perversa forma di integralismo e che non ha mai negato i suoi legami con l'estrema destra tedesca.
Ed è così che, per mano del vaticanista Marco Tosatti (tristemente noto per la sua abitudine a manipolare i fatti pur di legittimare l'odio contro interi gruppi sociali), si è fatto è ricorso al complottismo per negare la gravità di quanto avvenuto sotto gli occhi dei fratello del pontefice.

L'articolo attacca il rapporto sulle violenze compiute sui bambini del coro, sostenendo che 67 abusi sessuali non siano un numero significativo (anche se, ovviamente, tale tesi appare facilmente contestabile). Si legge:

E’ vero che parliamo di 547 episodi, spalmati nell’arco di circa mezzo secolo, e di cui per fortuna o grazie a Dio, come preferite, solamente 67 riguardano abusi sessuali. Gli altri rientrano in una pedagogia che adesso farebbe inorridire e intaserebbe Telefono Azzurro; ma all’epoca era diffusa. Dare una sberla a un allievo testone, o eccessivamente indisciplinato, era la norma; e nessun genitore avrebbe armato una protesta per una sberla. Io mi ricordo – nella regal Torino degli anni ’50, scuola elementare Federico Sclopis, via del Carmine, di essere stato messo dietro la lavagna in punizione per non ricordo quale reato. E qualche scappellotto l’ho visto volare.

Tosatti paragona dunque dei veri e propri reati a degli scappellotti. Peccato che quel termine non paia congruo a definire ciò che lo stesso Georg Ratzinger fece intendere quando nel 2010 rilasciò un'intervista in cui precisò che le percosse da lui stesso inflitte ai bambini non siano mai arrivate «a procurargli lividi o lesioni». Un chiarimento che lascerebbe intendere che alcuni dei suoi confratelli siano arrivati a tanto.

Imperterrito nel suo tentare di sminuire la vicenda., Tosatti aggiunge:

Ben più gravi gli abusi sessuali: e bene ha fatto la Chiesa tedesca a voler mettere un punto finale alla vicenda, con una sua inchiesta, affidata a un responsabile esterno. Quarantanove persone sono state identificate; i due principali responsabili sono morti da una trentina d'anni. I reati sono comunque prescritti. Le vittime riceveranno un compenso-rimborso di ventimila euro ciascuno.

A quel punto si passa a sostenere che se l'accusato si è dichiarato innocente, allora non ha senso processarlo e bisogna fidarsi ciecamente delle sue parole. Sarebbe come voler impostare dei processi ritenendo vincolante e definitiva l'eventuale auto-dichiarazione di innocenza da parte dell'imputato. Scrive Tosatti:

E a questo punto cominciano le coincidenze. Il destino ha voluto che il rapporto tirasse in causa Georg Ratzinger, il fratello maggiore di Joseph, che per molti anni è stato il Direttore del Coro dei “Passeri del Duomo”. Georg ha diretto il corso per trent’anni, dal1964 al 1994. In un’intervista di sette anni fa ammise qualche schiaffo nei primi anni di incarico. "Se fossi stato a conoscenza dell'eccesso di violenza utilizzato, avrei fatto qualcosa (...) Mi scuso con le vittime", disse. Nella conferenza stampa l'avvocato Weber ha attribuito a Georg Ratzinger la responsabilità di "aver chiuso gli occhi e non aver preso misure a riguardo".

Intenzionato a ricamare teorie complottiate sul fatto che lo scandalo sarebbe una messa in scena per danneggiare i poteri forti delle frange più integraliste della Chiesa, accusa:

Certo la coincidenza è che il rapporto coincide temporalmente con il messaggio di Benedetto XVI per le esequie del card. Meisner. Un messaggio in cui come sappiamo si è voluto vedere da parte di qualcuno una critica alla situazione della Chiesa, e ai pastori che non lottano contro la dittatura dello spirito del tempo, e di cui la Chiesa tedesca certo non difetta. E poi ce n’è anche per Müller, nel rapporto. Gerhard Ludwig Müller era vescovo di Ratisbona nel 2010. Il rapporto critica la sua gestione, rimproverandogli in particolare la mancanza di dialogo con le presunte vittime. Povero Müller! Non gli è bastata la pedata nel sedere del Pontefice, e dover cercare, passato il primo bruciore di far finta di niente, e che il Pontefice gli vuole bene. Adesso anche quest’altra cosina simpatica dalla natia Germania, dove, come si sa, è popolarissimo presso i confratelli.

Non è chiaro quale regola non scritta ci suggerisca che se la carriera politica di un qualche cardinale non ha avuto gli esiti sperati, allora non bisognerebbe metterlo dinnanzi alle sue responsabilità per fatti avvenuti sotto il suo diretto controllo. Le vittime si sono rivolte a Müller e lui non le ha ascoltate? Questo è il tema, non certo quanto a Tosatti sarebbe piaciuto vederlo papa.

Ed è sempre sostenendo che Bergoglio sia una minaccia per l'ascesa al potere dell'integralismo (colpevole di non fare i nomi che Tosatti avrebbe voluto vedere al potere), ecco che il vaticanista aggiunge:

Nel frattempo è stata annunciata la nomina del segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede. Non, come qualcuno si aspettava, il Segretario aggiunto, l’arcivescovo americano Agostino Dinoia. Ma il sottosegretario, mons. Giacomo Morandi, l’uomo collocato nella ratzingeriana e muelleriana congregazione un anno e mezzo fa. Una carriera ben rapida. E’ proprio nato sotto una buona Stella. Quella di Beniamino, Prefetto della Congregazione per il Clero, il grande regista curiale del Pontefice. Tutte coincidenze.

547 i bambini che hanno subito violenze e gli integralisti non si risparmiano di calpestare i fatti pur di sostenere che si tratterebbe di un attacco alla sovranità della frangia più integralista dell'integralismo cattolico. Insomma, per certi sedicenti "cristiani" la vita umana pare non avere valore se c'è la possibilità di ottenere un guadagno personale.
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