Lesa maestà al regime vaticano, chiesto l'allontanamento dell'assessore che ha osato criticare l'omofobia del cardinal Caffarra


Il cardinale Carlo Caffarra ha dedicato la sua intera vita alla promozione dell'odio, raccontando ai genitori che mai avrebbero dovuto accettare l'eventualità omosessualità dei loro figli. Quanti bambini siano stati spinti alla morte o all'infelicità da quelle parole non è un dato noto, ma noto è come il cardinale non abbia mai avuto una sola grana mentre dichiarava che «i gay sono uno strumento di Satana» o mentre invitava le istituzioni ad infrangere la legge pur di discriminare quelle persone che lui odiava con tutto sé stesso. Arrivò persino a spergiurare che il popolo italiano sarebbe morto se non avesse continuato a perseguitare la comunità lgbt dato che lui si diceva convinto che la fine della civiltà degli Assiri e dei Babilonesi fosse riconducibile all'accettazione dell'omosessualità.
Date le premesse, non appare così spropositato il commento con cui Mattia Zucchini, assessore alla Cultura di San Giorgio di Piano, ha parlato della morte del cardinale scrivendo sulla sua pagina Facebook: «Ciao Carlo, vola in cielo a discriminare gli angeli (in quanto transgender)».
Eppure, in quell'Italia che non è mai stata davvero laica e in cui regna un regime vaticano, qualunque opinione contro un sacerdote è considerata lesa maestà e deve essere punita. E poco importa cosa abbia detto o fatto il morto, in Italia chi indossa una tonaca è considerato superiore alla legge e agli altri cittadini, magari con tanto di esenzione dalle tasse o procedimenti diversificati qualora siano accusati di reati penali.

Sinceramente pare esserci poca speranza per una società così malata in cui un giornale come Il Resto del carlino spiega che è ingiustificato e ingiustificabile che si critichi un cardinale che, in virtù della sua appartenenza alla lobby ecclesiastica, deve essere ritenuto nel pieno diritto di minacciare la vita di interi gruppi sociali nel nome del suo profondo odio contro i gay. Scrive il quotidiano:

L'assessore alla Cultura di San Giorgio di Piano ci ricasca. Mattia Zucchini, dopo il post su Facebook del 2016 («l’unica chiesa illuminata è quella che brucia»), che sollevò un vespaio di polemiche, si ripete prendendosela stavolta con l’arcivescovo emerito Carlo Caffarra, deceduto tre giorni fa. «Ciao Carlo, vola in cielo a discriminare gli angeli (in quanto transgender)», scrive Zucchini sul suo profilo.
Nel 2016, dopo il post sulla chiesa che brucia, la Procura aprì un fascicolo e la minoranza del Comune della Bassa chiese al sindaco Paolo Crescimbeni di ritirare le deleghe a Zucchini. L’opposizione arrivò ad abbandonare il consiglio comunale per non restare nella stessa stanza con l’assessore. All’epoca, Zucchini si giustificò così: «I social sono la piazza e, come nel centro del mio paese, anche lì ritengo sia doveroso portare avanti la battaglia per la laicità delle istituzioni, un valore di cui c’è molto bisogno, come si vede bene nell’attuale dibattito sulle unioni civili».

Ad oggi la procura non ha aperto alcun fascicolo contro Caffarra e contro il suo invito a ritenere i gay meritevoli di morte o persone possedute da satana. Buffo, no? Eppure il quotidiano insiste:

Il sindaco –che fin qui ha dimostrato molta pazienza– pare meno incline a giustificare l’attacco a Caffarra. Crescimbeni si aspetta scuse e spiegazioni, se no sarà inevitabile la ‘cacciata’ dalla giunta: «Il post di Zucchini mi ha lasciato senza parole –spiega– Indipendentemente dalle opinioni, il cardinale non merita un simile ricordo e saluto. Mattia ha fatto un gran lavoro in questo mandato, realizzando e promuovendo tante iniziative il cui scopo era la ricerca del dialogo e del confronto. Purtroppo queste frasi rischiano di annullare il grande lavoro fatto proprio perché il rispetto, è la premessa del dialogo e del confronto. Spero capisca l’errore e si scusi».
Alla domanda se lo perdonerà, il sindaco fa presagire un intervento deciso: «Ritengo grave quanto scritto, considerato il ruolo di chi lo ha scritto – aggiunge –. Valuterò nei prossimi giorni dopo averlo visto e sentito faccia a faccia».

Insomma, l'opinione deve essere punita se osa minacciare il potere della Chiesa, padrona di quella falsa repubblica che di fatto non è mai stata indipendente. Ed ovviamente non mancano neppure gli sciacalli che si attaccano alla falsa fede cattolica per chiedere l'eliminazione di chiunque non si genufletta alla promozione dell'omofobia da parte di quegli integralisti che parlano di "gender" mentre indossano le loro gonne rosse:

Roberto Mugavero, consigliere comunale della lista Insieme per San Giorgio, attacca: «Dopo le chiese che bruciano speravamo che l’assessore Zucchini avesse compreso la gravità delle sue affermazioni, poiché per il ruolo che rappresenta non sono esternazioni di un semplice consigliere comunale – di per sé già gravi –, ma di un rappresentante di tutta la comunità. Invece il nuovo vergognoso post sulla morte del cardinal Caffarra dimostra la sua totale inadeguatezza. La volta scorsa il sindaco Crescimbeni con il suo silenzio lo ha difeso. Questa volta, se è veramente il primo cittadino, dovrebbe immediatamente ritirargli le importanti deleghe».

Questo accade nel 2017, mentre ai bambini si continua a raccontare la favoletta di uno stato che su carta viene descritto come laico, ma laico non è mai stato.
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