Adinolfi con Forza Nuova contro il corso di storia dell'omosessualità


Non pare un segreto il fatto che a Mario Adinolfi piaccia ostentare la sua condotta omofoba al fine di compiacere ogni più perverso pregiudizio dei suoi (pochi) elettori. Eppure ogni volta viene da ridere dinnanzi ad un uomo che starnazza istericamente contro tutto e tutti solo perché lui non vuole che i gay possano esistere. Cercando di risultare il più patetico ed offensivo possibile, il tizio che sui palchi dei suoi convegni spaccia per "scienza" pesino quelle fantomatiche "cure" dell'omosessualità che potrebbero causare la morte di numerosi adolescenti, scrive:

Non basta averla come tassa obbligatoria in ogni fiction di Raiuno e in ogni festival di Sanremo, non basta che sia stato argomento dell’unica riforma condotta in porto in cinque anni di legislatura, adesso l’esaltazione dell’omosessualità viene imposta dalla nota lobby anche come materia universitaria “che vale sei crediti”. La genialata arriva dal Dams di Torino che ha varato la singolare cattedra di “storia dell’omosessualità” a cui non si comprende come non possa far seguito una ben più seguita “storia dell’eterosessualità” propedeutica ad un seminario su “come far colpo sulle ragazze” e un esame complementare su “storia delle diverse modalità di reagire al due di picche”. Questi perditempo del Dams di Torino annunciano per domani addirittura una conferenza stampa in cui saranno illustrate le questioni fondamentali di tale nuovo insegnamento accademico che, nello spirito del corso di laurea in Discipline delle Arti della Musica e dello Spettacolo che lo ospita nell’ateneo sabaudo, riguarderanno un corso monografico sul tuca tuca come primordio televisivo dello sdoganamento dei gay grazie alle movenze di Raffaella Carrà e le mises più adatte a far restare tutti a bocca aperta durante una serata vintage al Muccassassina. Davvero, non si capisce come una università seria come quella torinese si sia piegata a questa pagliacciata sensa senso. Certo, nella città piemontese ormai la lobby lgbt domina anche politicamente, ma una volta quello era un territorio che andava orgoglioso della sua capacità di organizzare la resistenza. Invece oggi preferisce le più comode vie del conformismo. Poveri ragazzi, chissà su cosa saranno valutati agli esami da tali “professori”

E se ad Adinolfi piace molto scrivere le parole tra virgolette in modo da renderle offensive, non stupisce come a fargli compagnia ci siano i soliti camerata di Forza Nuova che nella notte hanno hanno affisso uno striscione con scritto “La storia è una cosa seria, l’omosessualità no” davanti ai cancelli di Palazzo Nuovo.
Difficile pare non osservare come il movimento di estrema destra abbia scelto di scrivere la doppia esse con caratteri che ricordassero il simbolo delle SS naziste, ossia quei militari che conducevano i gay nei campi di sterminio in cui il regime avrebbe provveduto alla loro soppressione.

Tra integralisti che inveiscono e neofascisti che inneggiano l'odio, per comprendere come questa gente stia inquinando la società basterebbe anche solo osservare come già nel 2011, quando l’Università degli Studi di Milano presentò il corso “Omosessualità: un mondo nel mondo” presso la facoltà di Scienze Politiche. E dato che non c'era un Adinolfi pronto a tutto per una manciata di voti, ai tempi nessuno fece tutto questo inutile baccano.
Commenti