Il Tempo tenta di sfruttare il tweet di Teodora Film per promuovere Adinolfi e per associare i gay all'Aids


Il Tempo è un quotidiano attivissimo nella promozione dell'odio omofobico. Salvato dal fallimento dalla famiglia Angelucci che nel 2016 lo acquistò per 12,5 milioni di euro, è un quotidiano che nel 2008 arrivò ad intascarsi 3.642.149 euro di fondi pubblici per un qualcosa capace di propinare per articoli persino i proclami integralisti firmati da un Toni Brandi che invitava a discriminare i gay in modo potersi impossessare delle loro eredità.
Probabilmente intenzionato a promuovere il partito omofobo di Mario Adinolfi, è sulle sue pagine del loro sito che incontriamo una surreale strumentalizzazione del tweet pubblicato da Teodora Film. Usando la parola "gay" quasi fosse un sinonimo di Aids, scrivono:

Il film sui pionieri dell'attivismo Lgbt fa flop in Italia e la colpa è di Mario Adinolfi. Questo è il contenuto di un post sui social network di Teodora Film, l'azienda che ha curato la distribuzione di "120 battiti al minuto", uscito lo scorso weekend in Italia premiato a Cannes, tanto che molti lo vedono come possibile vincitore di un Oscar.

In realtà il film racconta la storia di Act Up-Paris, ossia un gruppo di attivisti che combatterono la passività dell'opinione pubblica intorno all'Aids. Non è dunque chiaro perché ché mai Il Tempo voglia spacciarlo per «film sui pionieri dell'attivismo Lgbt», ancor più se si considera come il gruppo sia nato nel 1982 (ossia non esattamente agli albori del movimento di liberazione omosessuale francese).
Imbarazzante è anche come l'articolo paia incapace di comprendere il senso delle parole, dato che ci vuole un enorme coraggio a leggere un messaggio che si concludeva con un «vi meritate Adinolfi» per sostenere che qualcuno incolpi il leader integralista di un qualcosa legato al film.

L'articolo passa poi a spiegare che il mondo intero sa che Adinolfi è il sommo difensore dei bambini dato che si batte perché chiunque di loro non corrisponda ai suoi dogmi sia reso vittima di bullismo e sia privato da pari diritti. Aggiungono così:

Il distributore ha così sfogato il suo disappunto su Twitter e Facebook: "Fiasco in Italia per #120BattitiAlMinuto che nel mondo riempie le sale: e anche la comunità LGBT diserta il film. Ve lo meritate Adinolfi". Molti utenti non hanno gradito l'uscita, non tanto perché sostenitori del blogger e politico pro-famiglia, quanto per l'insensato parallelismo: "Ma lo avreste mai scritto 've lo meritate Hitler' per un film sulla Shoah? L'amarezza non giustifica un insulto", commenta un utente.

Premesso che neppure Adinolfi ha il coraggio di definirsi "politico" ed osservato una sommaria attribuzione del titolo di "pro-famiglia" ad un tizio che si batte contro il riconoscimento delle famiglie altrui, notevole è il modo equivoco in cui pare non si voglia lasciar intendere chiaramente quale sarebbe il parallelismo che viene definito come "insensato". Chissà, forse avevano già esaurito tutte le loro energie nel cercare termini con cui lodare ed esaltare il loro beniamino anti-famiglie.
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