Donna trans cacciata dal posto di lavoro: «I miei clienti hanno detto che si vede che sei un omosessuale»


È FanPage a raccontare la storia di Edda Basco, una donna trans che è stata cacciata dal posto di lavoro perché la proprietaria «sosteneva che io fossi un uomo e rovinavo l'immagine della sua attività».
La ragazza si era trasferita a Piacenza insieme un'amica e aveva iniziato a lavorare come barista. Tutto è andato bene sino a quando «la proprietaria mi ha chiamato al telefono chiedendo se fossi un uomo». Quella sera stessa è stata licenziata in tronco.
Edda ha chiesti spiegazioni sul perché non fosse più ritenuta idonea a quel lavoro e la sua datrice di lavoro gli ha risposto che «hanno detto che si vede che sei un omosessuale». Al maschile.
E se ovviamente l'omosessualità non ha nulla a che vedere con alla transessualità (tant'è che ci sono transessuali etero come transessuali gay), pare implacabile pare la ferocia di quella gente che condanna il prossimo senza manco conoscere ciò che di cui parla, forse pensano che basi un Adinolfi che viene in vitato in tv a ripetere i suoi slogan per legittimare simili aggressioni personali. Tanto poi basterà dire che è Gesù a volerlo o che l'odio è un legittimo "diritto di opinione" secondo la propaganda di Gandolfini e non ci si dovrà più occupare di quante vite si siano stroncate sulla base di meri pregiudizi e tanta ignoranza.
Edda non è stata in silenzio e ha deciso di denunciare l'accaduto: «Mi sono sentita mortificata, non è giusto, il lavoro è un mio diritto e voglio aiutare con il mio gesto anche le altre persone trans che non riescono a trovare un impiego».

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