Casa Pound contro l'Appendino. E tirano in ballo il solito "gender"

È Casa Pound ad aver affisso per le strade di Torino alcuni manifesti in cui la sindaca Chiara Appendino viene rappresentata come un mostro color verde e piena di cicatrici. A corredo si parlano di «gender, immigrazione e molto altro» quali capi di imputazione contro chi non promuove omofobia, razzismo e xenofobia.
Il partito di estrema destra ha anche diramato un proclamo in cui asseriscono:

Da tempo assistiamo a numerosi tentativi di distruzione dell’identità del popolo italiano e con essa la sua cultura. Chiara Appendino, sindaco in carica, è l’emblema di quella che sembra essere una casta politica esclusivamente votata ad uno sradicamento identitario: manifestazioni culturali azzerate a Torino in favore di non meglio precisati arricchimenti a base di fiere vegane, ramadan e loschi agglomerati spacciati per “culturali”, come il “Barattolo”, ma in realtà teatri di illegalità e veri propri crimini (un omicidio a cielo aperto poche settimane fa, per esempio).

Insomma, il classico populismo di partiti che vivono sul promettere risposte semplici a temi complicati, magari spergiurando pure che una "pulizia etnica" garantirebbe pieno benessere a chi non avrebbe più nessuno che gli paga la pensione o sostenendo sia fondamentale impedire che ai giovani si parli di rispetto (sia mai che possano decadere i presupposti con cui arruolano i loro camerata).
Già lo scorso gennaio Casa Pund tapezzò la città con manifesti contro la appendino: "Sei pentito? La prossima volta non farti fregare", scrivevano.


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