Nel nome dello spettro «gender», l'amministrazione leghista di Cerea negherà ogni patrocinio alle associazioni lgbt

Ancora una volta la discriminazione porta il nome di Mario Adinolfi. È infatti il rappresentante del suo partito ad aver presentato una vergognosa mozione che è stata prontamente approvata dall'amministrazione leghista di Cerea (in provincia di Verona) in cui si chiede l'esplicita elusione dai patrocini a qualunque iniziativa promuova il rispetto per la comunità LGBT.
L'offendeva è passata attraverso una riscrittura dell'articolo 8 del regolamento comunale in materia di concessione di patrocinio, sostituendo il precedente testo che chiedeva di evitare l'uso di termini ed espressioni che risultassero direttamente o indirettamente offensivi dell’identità di genere con un nuovo testo che imporrà un'indagine nelle mutande dei cittadini in modo da imporre l'uso del maschile riferito a chiunque abbia un pene e del femminile per chi ha una vagina. Ed ovviamente non è mancato il solito ricorso allo spettro "gender" quale giustificazione alla discriminazione. L'amministrazione sostiene infatti che si tratti di un'iniziativa volta a «negare il patrocinio a eventi promossi da associazioni che sostengono l’ideologia gender».
«Tutto ciò ci riporta ai tempi in cui il regime fascista negava l’esistenza degli omosessuali sul territorio italiano -commenta il Circolo Pink di Verona- Evidentemente a Cerea sono convinti che le persone omosessuali e transessuali non esistano, e se esistono non meritano lo stesso rispetto delle altre persone. Questa è una posizione molto arretrata che rientra pienamente in questo periodo storico dove le ideologie fasciste e razziste hanno trovato nuova forza per affermare principi contrari alla nostra Costituzione e più in generale al rispetto di tutte le diversità».


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